(di Alessandra Baldini)
Diventa un libro il diario
segreto di Joan Didion. Venticinque anni fa, intorno al suo 65/o
compleanno, l'autrice di L'Anno del Pensiero Magico cominciò ad
annotare dopo ogni visita dallo psichiatra riflessioni sulle sue
battaglie contro l'alcol, la depressione, il rapporto difficile
con la figlia adottiva Quintana, e sulla legacy che avrebbe
lasciato dietro di sé. Raccolti in una cartella senza titolo
indirizzata al marito, il giornalista e scrittore John Gregory
Dunne, i 46 capitoletti, riscoperti tra le carte del suo
appartamento di Manhattan, fotografano un anno di vita interiore
della scrittrice morta 87enne nel 2021 a causa del morbo di
Parkinson.
Joan non aveva lasciato istruzioni su cosa fare del diario.
Nessuno, tra amici e collaboratori, era a conoscenza della sua
esistenza. L'agente Lynn Nesbit e le storiche editor, Shelley
Wanger e Sharon DeLano, notarono che l'aveva stampato e
archiviato in ordine cronologico, creando un racconto completo,
più intimo e senza filtri di qualsiasi altra cosa avesse mai
pubblicato da viva. Notes to John, che uscirà con Knopf in
aprile, sta facendo discutere. La pubblicazione di appunti
scritti dopo la terapia solleva interrogativi su quanto la
stessa Joan avrebbe approvato il progetto.
Gli originali saranno aperti al pubblico come parte degli
archivi congiunti di Joan e John a partire dal 26 marzo alla New
York Public Library. "È un resoconto commovente e profondo di
una vita di feroce impegno intellettuale" e "un racconto senza
veli di una scrittrice profondamente consapevole della propria
immagine pubblica", ha detto Jordan Pavlin di Knopf, secondo cui
l'arte della Didion ha sempre tratto forza da ciò che rivela e
da ciò che omette mentre "Notes to John è unico nella sua
mancanza di omissioni".
Gli editor sostengono che, avendo organizzato e archiviato
con cura i documenti in un armadietto accanto alla scrivania,
Joan prevedeva che sarebbero stati accolti nei suoi archivi e
letti dal pubblico e dagli studiosi.
Non tutti sono d'accordo: la stessa Didion si era
occasionalmente espressa contro l'impulso degli esecutori
testamentari di dare alle stampe ogni rimasuglio inedito del
lavoro di vip della letteratura: nel 1998 in un saggio sullo
sfruttamento postumo della legacy di Ernest Hemingway, Joan
l'aveva definito un tradimento: "Pensi che qualcosa sia pronto
per la pubblicazione o no. Hemingway non lo pensava".
Due anni, fa d'altra parte, il mondo della Didion, dall'arte
alla cucina, dai mobili agli occhiali da sole era finito
all'asta per beneficenza. Didion, da viva, non si era mai tirata
indietro nel rivelare, a volte con freddo distacco, il suo
complicato mondo interiore parlando di problemi mentali quando
era raro metterli in piazza. L'Anno del Pensiero Magico, che nel
2005 la rese internazionalmente famosa, è una riflessione su
tragedie altamente personali tra cui la morte improvvisa del
marito nel 2003. Era seguito un altro memoir, Blue Nights, sul
lutto dopo la morte di Quintana nel 2005. Lì Joan aveva parlato
delle sue ansie di madre, dell'età e del fatto che scrivere non
le veniva più così facile come una volta, gli stessi temi di
Notes to John.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA