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Fanno causa per il figlio bocciato, Tar li condanna

Fanno causa per il figlio bocciato, Tar li condanna

Genitori devono pagare 2mila euro ad istituto e ministero

FIRENZE, 06 febbraio 2025, 19:26

Redazione ANSA

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Il figlio viene bocciato e non ammesso al terzo anno del liceo: i genitori denunciano l'istituto fiorentino chiedendo 30mila euro di danni, ma il Tar della Toscana rigetta il loro ricorso e li condanna a pagare 2mila euro alla scuola e al ministero dell'Istruzione e del Merito. I fatti risalgono al 2022 quando il ragazzo, che frequentava la seconda classe di un liceo di Firenze, a fine anno viene bocciato. I genitori decidono di fare causa all'istituto scolastico, richiedendo anche un risarcimento per danni patrimoniali e non patrimoniali, alla scuola e al ministero.
    Secondo la famiglia, gli insegnanti non avevano tenuto conto del disturbo di apprendimento di cui soffre il ragazzo. Nel ricorso, infatti, hanno lamentato il fatto che l'istituto scolastico, a loro avviso, non avrebbe rispettato gli impegni previsti sia dalla normativa scolastica sia dal Pdp (piano didattico personalizzato) del ragazzo, che è affetto da un disturbo specifico dell'apprendimento.
    Per i genitori, dunque, la scuola, anziché aiutarlo, avrebbe operato per emarginarlo dal contesto scolastico, in quanto lo studente aveva fatto la scelta di non cambiare istituto, al contrario di quanto consigliato dal corpo docente. Il ragazzo, infatti, per tutto il corso dell'anno scolastico 2021/2022, ma ancor di più dal secondo quadrimestre in poi, "avrebbe subito un trattamento denigrante e discriminatorio" con note del tutto ingiustificate, e la deficitaria possibilità di recuperare attraverso interrogazioni suppletive, per recuperare le insufficienze in alcune materia. Ma per i giudici le cose sono andate diversamente. Nello scrutinio del primo quadrimestre, lo studente ha riportato voti di non sufficienza in alcune materie per le quali venivano disposte modalità di recupero tramite studio individuale o corso di recupero con docente. Nelle relative verifiche di recupero svolte nel secondo quadrimestre non risultavano recuperate tutte le carenze e nello scrutinio finale il ragazzo ha riportato voti di non sufficienza in varie materie, con una situazione peggiorata durante l'anno scolastico. Il Consiglio di classe a quel punto aveva deliberato all'unanimità la non ammissione alla classe successiva, stando sempre al resoconto processuale. Inoltre per il Tar "le censure dei genitori sono finalizzate ad ottenere una indagine di tipo penalistico a tutto campo sull'operato dei docenti nei rapporti con l'alunno, il che è inammissibile". Il ricorso è stato, infatti, dichiarato "inammissibile e comunque infondato".
   
   

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