(dell'inviata Mauretta Capuano)
Si diverte a scombinare le carte,
gioca con il ruolo dei personaggi il maestro del giallo inglese
Anthony Horowitz che entra come co-protagonista nella nuova
serie inaugurata da Detective in cerca d'autore. Con il libro,
pubblicato da Nero Rizzoli nella traduzione di Francesca
Campisi, è arrivato a Mantova nel terzo giorno del
Festivaletteratura.
"Ci sono detective vampiri, robot, sulla sedia a rotelle.
Nel corso della storia ne sono stati inventati di tutti i tipi.
Allora mi sono messo a pensare come poteva essere l'assistente
di un detective, perché così potevo capovolgere la trama e
raccontare cosa succedeva da un altro punto di vista" dice
all'ANSA lo scrittore, autore della serie bestseller Alex Rider
di cui ha seguito anche l'adattamento cinematografico. "Per me
le cosa più importante quando scrivo un libro giallo è fare
qualcosa di completamente nuovo. Altrimenti il pericolo è di
scrivere una storia noiosa" racconta.
Come mai il giallo vive un momento di così grande interesse?
"Ci sono molti motivi, ma il principale credo sia dovuto al
fatto che questo tipo di narrativa offre una verità che nel
mondo in cui viviamo oggi è impossibile da trovare. Siamo
costantemente bombardati di notizie, esposti a una quantità
esorbitante di informazioni ma non sappiamo quale sia la verità.
Non sappiamo più nulla e questo è paradossale. Nei gialli c'è la
violenza, l'assassinio, il killer ma ad un certo punto qualcuno
risolve il caso e svela la verità di quello che è successo. È
come una sorta di processo di guarigione".
Autore di oltre 50 libri, Horowitz - che ha scritto anche,
chiamato dagli eredi, tre capitoli della prosecuzione della saga
di Sherlock Holmes e James Bond - è un innovatore. "Ho sempre
visto la scrittura come un'avventura, un viaggio. Non mi piace
attenermi a formule precise. Ho sempre cercato di uscire dalla
mia zona di confort. Per questo mi sono cimentato nei generi più
vari: ho scritto per bambini, per adulti, dei thriller, per tv e
teatro". In questo libro l'ex detective Daniel Hawthorne lo
chiama perché scriva la storia dell'indagine che sta seguendo,
quella di una vedova che entra in un'agenzia di onoranze funebri
per organizzare il proprio funerale e sei ore dopo viene uccisa.
"Non sono il personaggio principale e questo mi consente di fare
domande, di discutere dei fatti che succedono. Mi piace
l'incipit e il personaggio della vedova che viene assassinata
poche ore dopo aver pianificato il suo funerale. Mi sono
concentrato anche sul motivo per il quale questa persona è stata
uccisa. Una cosa che raramente si trova nei romanzi gialli è la
scoperta del movente". "Credo anche - aggiunge - che in ogni
romanzo giallo ci dovrebbe essere un po' di comprensione verso
l'assassino, perché le persone uccidono sempre per un motivo:
perché sono spaventate, ferite, gelose" spiega lo scrittore.
Ironico, energico, Horowitz apre poi un quadernone blu dove
ci sono appunti, schizzi, disegni sui prossimi capitoli della
serie che sarà in dodici titoli. Scrive a mano, con la penna
stilografica e le seconde bozze al computer. "Nel quinto libro
la mia presenza non sarà molto percepita, non ci sarò tanto. Nel
numero sei ritorno e l'ambientazione sarà in una casa di
produzione cinematografica che ha deciso di realizzare una serie
tv proprio sul personaggio di Daniel Hawthorne, ma succede che
l'attore scelto per interpretarlo viene assassinato e il
detective è chiamato a investigare sul delitto. Nel settimo
Hawthorne scompare e io mi metto a cercarlo con l'aiuto della
moglie che appare già in questo primo libro. Nell'ultimo, il
dodicesimo, verrà rivelata la verità su Hawthorne. Man mano che
la storia progredisce scopriamo qualcosa di più su questo
personaggio: un po' come è successo con Alex Rider sul quale ho
scritto 14 libri. Ma Alex era un adolescente, qui sono io che mi
devo muovere".
Una serie tv con il nuovo detective Hawthorne? "Ne stiamo
parlando, il grande problema sono io. Chi mi interpreterà?
Perché comunque la serie tv cambia tutto. Sto cercando di
trovare un modo per rendere accettabile che qualcuno mi
interpreti. Se ci fosse George Clooney disponibile" dice
ridendo.
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