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>>>ANSA/ Cinema: addio a Maximilian Schell, divo anticonformista

>>>ANSA/ Cinema: addio a Maximilian Schell, divo anticonformista

Premio Oscar per Vincitori e vinti aveva 83 anni

ROMA, 01 febbraio 2014, 17:52

Redazione ANSA

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(di Francesca Pierleoni) Attore diventato un divo grazie a film come I giovani leoni e Vincitori e vinti, per cui nel 1962 vince l'Oscar, Maximilian Schell, morto oggi in una clinica di Innsbruck a 83 anni, non si è mai fatto 'ingabbiare' dai ruoli o dagli stereotipi. Intenso, anticonformista, e anche provetto pianista, tanto da aver collaborato negli anni con Leonard Bernstein e Claudio Abbado, nella sua lunga carriera da attore, fra teatro, grande e piccolo schermo, ha conquistato critici e pubblico con personaggi complessi e spesso controversi. Dal criminale nazista in The man in the glass booth di Arthur Hiller (1975), con cui ottiene la sua seconda nomination all'Oscar, al partigiano antinazista in Giulia di Fred Zinneman (1977) per il quale arriva la terza candidatura. Da Stalin, in una miniserie, al papà di Anna Frank in un film tv. Lo hanno voluto anche nuovi autori come James Gray, per il ruolo di padre sconfitto in Little Odessa (1994), e ha spesso, anche negli ultimi anni, rifatto capolino a Hollywood, dal catastrofico Deep Impact alla commedia The brothers Bloom. La sua vera passione però era la regia, anche di tante opere liriche. Il suo talento lo ha più che confermato dietro la macchina da presa, in progetti come Il pedone (1973), candidato nel 1974 all'Oscar per il miglior film straniero e documentari/ritratti come Marlene (1982) su Marlene Dietrich, o quello della sorella maggiore, anche lei attrice di fama internazionale, Maria Schell (Le notti bianche), nel toccante 'Mia sorella Maria' (2002). Schell, figlio di un attrice-regista e di padre poeta e commediografo antinazista, debutta in teatro con i genitori a quattro anni. Dopo l'università decide di studiare teatro e inizia a recitare negli anni '50 anche in diversi film come la storia pacifista All'est si muore (1955) con Klaus Kinski. Nel 1958 è invitato a recitare a Broadway e nello stesso anno fa il suo primo provino per l'hollywoodiano I giovani leoni, di Edward Dmytrick con Marlon Brando: ''Ho incontrato Dmytrick e Brando a Parigi - ricordava in un'intervista con Hollywood Reporter-. Marlon non sapeva una parola di tedesco e io non sapevo una parola di inglese, ma in qualche modo siamo stati subito in sintonia e alla fine mi ha detto che potevo avere la parte''. Il film di guerra è un enorme successo e nel 1959 recita nell'adattamento televisivo di Vincitori e vinti, di George Roy Hill dramma che riprende il tema dei processi di Norimberga. La sua performance nel ruolo dell'appassionato avvocato difensore di un giudice tedesco, è così convincente che Stanley Kramer lo vuole anche per l'omonima versione cinematografica, con un megacast che comprende Spencer Tracy, Burt Lancaster, Marlene Dietrich, Judy Garland e Montgomery Clift. Per la sua interpretazione gli arriva l'Oscar come miglior attore non protagonista: ''Per me è stato un bonus - ha spiegato -. Certo mi ha reso famoso nel mondo, ma il mio vero obiettivo era dirigere. Non c'erano così tante belle parti in giro, e così ho iniziato a fare il regista''. Nato a Vienna ma vissuto fin dall'infanzia in Svizzera e di cittadinanza elvetica, Schell era il padrino di Angelina Jolie. Si è sposato due volte, prima con l'attrice russa Natalya Andrejchenko da cui ha divorziato nel 2005, poi con il soprano, classe 1978, Iva Mihanovic, che aveva sposato l'anno scorso. I rapporti con le donne però non sempre sono stati facili: nel 1994 era stato querelato da un'ex produttrice per molestie, accuse cadute nel vuoto. Il suo ultimo film, ancora in fase di postproduzione è Les brigands di Pol Cruchten e Frank Hoffmann, nel quale interpreta il padre di due rapinatori.

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