Il cardinale Angelo Becciu si è adeguato al volere del Papa, che lo aveva privato dei diritti del cardinalato, rinunciando a partecipare al Conclave e all'elezione del prossimo successore di Pietro. C'è un altro cardinale che invece del volere del Papa sembra farsi beffe. E' il peruviano Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo emerito di Lima, che pur essendo accusato di abusi pedofili, e per questo sanzionato dal Pontefice, si è presentato ugualmente a Roma per le esequie di papa Francesco e ora partecipa come se nulla fosse alle Congregazioni generali pre-Conclave.
Cipriani, 81 anni - e per questo in ogni caso non elettore e non abilitato a entrare in Sistina -, appartenente all'Opus Dei, nel 2019 era stato colpito da un provvedimento di Francesco perché era stato accusato l'anno prima di aver molestato sessualmente un adolescente negli anni 80. Queste sanzioni prevedevano che non potesse indossare le insegne cardinalizie, non poteva tornare in Perù senza essere autorizzato, non poteva fare dichiarazioni pubbliche e non poteva partecipare ad un futuro Conclave qualora avesse avuto ancora l'età per poterlo fare.
Cipriani ha sempre negato le accuse e comunque ora si aggira in abito da cardinale tra i confratelli che partecipano alle congregazioni o anche a momenti di suffragio del Pontefice scomparso. Nonostante la cosa stia suscitando sconcerto, soprattutto nell'opinione pubblica latino-americana, non sembra che sia stata posta la questione della sua esclusione da queste fasi pre-Conclave. Anche ieri nell'Aula del Sinodo non ci sarebbero stati interventi sul fatto che Cipriani stia disobbedendo a delle sanzioni. E pressato dalle domande dei giornalisti, il portavoce vaticano Matteo Bruni ha risposto: "Il caso è noto. Se non sono state adottate delle scelte su questo tema ognuno tiri le sue conclusioni".
Nel gennaio scorso, lo stesso Bruni aveva confermato che esistono e sono ancora valide e vigenti le misure disciplinari nei confronti di Cipriani. "Dopo l'accettazione della sua rinuncia da arcivescovo di Lima", al cardinale "è stato imposto un precetto penale con alcune misure disciplinari relative alla sua attività pubblica, al luogo di residenza e all'uso delle insegne", riferiva Bruni. Il provvedimento è stato "firmato e accettato" dal porporato. E "benché in occasioni specifiche siano stati accordati alcuni permessi per venire incontro a richieste dovute all'età e alla situazione familiare del cardinale, allo stato attuale, tale precetto risulta essere ancora in vigore".
L'81/enne Cipriani, ora residente a Madrid, bollava le accuse come "completamente false". "Non ho commesso alcun crimine, né ho abusato sessualmente di nessuno nel 1983, né prima né dopo", dichiarava in un comunicato, confermando comunque l'esistenza di un reclamo nei suoi confronti nel 2018 e il fatto che, nel 2019, senza che fosse aperto un processo, fu informato dal nunzio in Perù che l'allora Congregazione per la Dottrina della Fede aveva inflitto una serie di sanzioni. Tra queste, la limitazione del ministero sacerdotale, una residenza stabile fuori dal Paese, il silenzio. Affermando di non nutrire "rancore" nei confronti di chi lo accusa, Cipriani ribadiva infine la sua "completa innocenza".
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