Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, è già stato indagato per l'omicidio della giovane avvenuto il 13 agosto 2007. Le indagini iniziarono a seguito di un esposto della mamma di Alberto Stasi (condannato in via definitiva per il delitto), secondo il quale il Dna rinvenuto sotto le unghie della vittima era compatibile con quello di Sempio che, all'epoca dei fatti, era appena 19enne.
All'epoca la posizione di Sempio fu tuttavia archiviata dal gip: " Se è non condivisibile ma umanamente comprensibile l'intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l'esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie ci si deve tuttavia arrestare di fronte all'inconsistenza profusa dalla difesa Stasi e tendente a rinvenire diverso, alternativo, colpevole dell'uccisione di Chiara Poggi".
A chiedere l'archiviazione fueono il procuratore aggiunto Mario Venditti e il pm Giulia Pezzino, osservando che la denuncia "depositata dalla difesa altro non era che un maldestro tentativo di trovare ancora una volta un colpevole alternativo ad Alberto Stasi".
Denuncia e atti a loro trasmessi, prima del Natale del 2016 dal pg Roberto Alfonso e nei quali si evidenziava l'esito di una consulenza, affidata dalla difesa al genetista Pasquale Linarello, secondo la quale il Dna estrapolato dalle unghie di Chiara sarebbe stato compatibile con quello del ragazzo, amico del fratello della vittima. Ma per il gip, in accordo con i pm, tale consulenza "è radicalmente priva di attendibilità".
Così come, per esempio è "insussistente ed addirittura inimmaginabile l'ipotetico movente" prospettato dai legali di Alberto secondo cui Sempio - che sentito più volte ha fornito una ricostruzione giudicata credibile - si sarebbe invaghito di Chiara, e "inconsistente" anche un altro "spunto investigativo" offerto dai difensori che avrebbe gettato ombre su una sorta di operaio della zona di Garlasco e ora malato terminale.
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