"Evaristo Scalco non voleva
uccidere, voleva solo spaventare. Per questo non merita
l'ergastolo". E' quanto hanno detto gli avvocati Jacopo Pensa e
Federico Papa che assistono il maestro d'ascia accusato di avere
ucciso con una freccia la notte tra l'1 e il 2 novembre, in
centro storico a Genova, Javier Alfredo Miranda Romero.
Quest'ultimo quella notte stava festeggiando la nascita del
figlio con un amico.
"E' stato un evento non voluto - hanno spiegato nella loro
arringa davanti ai giudici della corte d'assise presieduta dal
giudice Massimo Cusatti - preterintenzionale. Dobbiamo porci il
problema se questa persona lavoratrice, mite, avventurosa, debba
morire da ergastolano. Scalco ha avuto un blackout che lo ha
portato a commettere un gesto di cui si è subito pentito, ma non
voleva uccidere e né ferire, voleva solo spaventare". I legali
hanno anche sottolineato come "più avanti potrebbero ricorrere
all'istituto della giustizia riparativa, che avremmo voluto
chiedere già adesso ma ci è sembrato un pò troppo presto".
L'udienza scorsa il pubblico ministero Arianna Ciavatti aveva
chiesto la condanna all'ergastolo per omicidio volontario
aggravato dai futili motivi e dall'odio razziale. La sentenza è
prevista per il prossimo 11 gennaio.
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