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100 mila firme on line per chiedere liberazione di Trentini

100 mila firme on line per chiedere liberazione di Trentini

Famiglia, grazie a tutte le persone che si stanno mobilitando

VENEZIA, 06 maggio 2025, 12:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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In poche ore, ha superato le 100mila firme (ne conta adesso 102.545) la petizione online lanciata a gennaio di quest'anno su Change.org per il ritorno a casa di Alberto Trentini - il cooperante italiano detenuto in Venezuela dal Novembre scorso - attraverso un intervento immediato del Governo italiano, delle istituzioni europee e delle Nazioni Unite. Obiettivo della mobilitazione, rilevano i promotori, è ottenere il suo rilascio immediato e la piena tutela dei suoi diritti fondamentali, assicurargli regolare assistenza consolare, legale e medica e permettere ad Alberto di avere contatti regolari con i familiari e avvocati nonché una rappresentanza consolare.
    L'appello ha registrato un picco di firme a seguito delle parole pronunciate domenica scorsa dalla madre di Alberto, la quale - ospite di una trasmissione televisiva - ha affermato: "l'Italia sia fiera di mio figlio. A casa ho una situazione difficile, mio marito non sta bene e a volte, preso dalla commozione, dice 'chissà se riuscirò a vedere Alberto che torna a casa libero'.
    Perciò la mia richiesta è: dobbiamo tutti fare qualcosa perché Alberto torni, chiedo alle autorità di fare in fretta." Tra i commenti di chi ha sottoscritto la petizione, le parole di solidarietà di coloro che hanno risposto all'appello: "Sono la mamma di un cooperante che ora e a Bogotà: immagino l'ansia dei genitori. Ragazzi che vanno lì solo per fare del bene vengono rapiti come merce di scambio per scopi politici. Il nostro Governo li deve tutelare", scrive Elisabetta da Genova; "Grazie a tutte le persone che si stanno mobilitando per la liberazione di Alberto", scrivono la famiglia Trentini e l'avvocato Alessandra Ballerini in un aggiornamento pubblicato poco fa sulla petizione. "Vi chiediamo di continuare a sostenere le nostre iniziative. Dobbiamo essere in tanti a chiedere di "fare presto" per liberare Alberto e farlo tornare a casa.
    Grazie !" Nel frattempo, prosegue l'impegno su più fronti del comitato promotore della campagna, anche attraverso il digiuno a staffetta lanciato il 5 marzo scorso: tutti gli aggiornamenti sono consultabili sulla pagina Instagram del comitato,
   

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