"Porterò con me, di questa esperienza in Sardegna, quello che mi hanno insegnato i vari direttori, il personale e i miei collaboratori.
Quando si dice che i sardi sono i migliori poliziotti penitenziari d'Italia, si dice solo la verità".
Così Gianfranco De Gesu, il provveditore regionale della polizia penitenziaria, ha descritto la sua esperienza sull'isola.
Oggi che lascia l'incarico per dirigere unicamente - visto che già ricopriva questo ruolo - la Direzione generale risorse delle materie, dei beni e dei servizi del Dipartimento della Penitenziaria. Al suo posto, come provveditore reggente, arriverà Enrico Sbriglia che è già provveditore del Triveneto.
"E' stata un'esperienza importante - ha evidenziato De Gesu - che porterò sempre con me".
Si può dire che durante la sua permanenza abbia cambiato la geografia penitenziaria della Sardegna con la chiusura delle vecchie carceri e l'apertura delle nuove. "È stata una bella sfida aprire gli istituti - ha detto il provveditore uscente - non è detto che fosse scontata l'apertura. Ho anche gestito la chiusura di Buoncammino, un'esperienza unica in Italia. Sono soddisfatto perché nei quattro anni del mio lavoro sull'isola ho fatto arrivare, anche attraverso la collaborazione dei sindacati locali, circa seicento agenti. Il problema dell'organico rimane, rispetto alla pianta organica di circa 1800 uomini siamo sotto di 400 unità. Chiaramente bisogna considerare che con ogni aumento di organico in Sardegna c'è una riduzione di quello in continente".
Ma ci sono altre criticità che non sono ancora state risolte.
"Abbiamo sei direttori per dieci istituti - ha detto ancora De Gesu - in questo momento abbiamo direttori di grandissima professionalità, mentre non ci sono domande disponibili per venire in Sardegna. In questi quattro anni ho provato in tutti i modi a risolvere il problema".
Tra i fiori all'occhiello dell'attività svolta dal provveditore sono le colonie penali in cui hanno scelto di lavorare circa 300 detenuti. "Abbiamo il più alto tasso di detenuti che lavorano in Italia - ha concluso - un basso tasso di affollamento (in questo momento i detenuti sono circa 1900 con una disponibilità di 2350 posti), e il tasso di recidiva è la metà del tasso in Italia".
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