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Il teatro alla Scala ha portato il
28 febbraio in scena tre declinazioni del balletto contemporaneo
in una serata iniziata con un momento emozionante. Quando il
sipario si è alzato, infatti, il pubblico si è visto davanti
l'intero corpo di ballo. Davanti a loro il sovrintendente
Fortunato Ortombina ha spiegato che nei giorni scorsi è morta
Antonella Luongo, prima studentessa dell'Accademia e poi
ballerina e solista scaligera e ha chiesto per lei un minuto di
silenzio (a tratti interrotto da singhiozzi) e un applauso.
"Il corpo di ballo questa sera danzerà senza di lei ma con
lei" ha detto al pubblico chiedendo di sostenere i danzatori che
"balleranno con una grande tensione emotiva". Tre le coreografie
proposte, realizzate da coreografi diversi in momenti diversi.
Ad aprire le danze è stato Philippe Kratz con la sua Solitude
Sometimes, balletto per 14 danzatori che ha realizzato proprio
per la Scala su richiesta di Manuel Legris (ieri al suo ultimo
giorno come direttore del corpo di ballo) nel 2023. Ispirato al
Libro dell'Amduat, testo dell'antico Egitto, racconta temi come
la lotta fra vita e morte, lo scorrere del tempo, attraverso il
viaggio di Ra dalla discesa agli inferi al ritorno alla luce,
con movimenti fluidi dei corpi in uno scorrere collettivo sempre
da destra a sinistra e la musica elettronica di Thom York e
Radiohead.
Risale al 1995 Annonciation del franco albanese Angelin
Preljocaj, potente duetto fra l'Angelo (Virna Toppi) e Marie
(Benedetta Montefiore) che da vent'anni mancava alla Scala e
ancora mostra la sua originalità. È invece una prima assoluta
Carmen di Patrick De Bana, che narra la storia dell'omonima
opera di Bizet (su musiche che la riecheggiano di Rodion
Scendrin e El Pele y Vincente Amigo. Una coreografia più
narrativa con oltre 20 ballerini in scena, oltre a solisti,
primi ballerini e le due étoile Nicoletta Manni nei panni della
protagonista e Roberto Bolle in don Josè, che innamorato e
geloso finisce per ucciderla. Una danza che, come ha premesso lo
stesso De Bana, non rompe con il classico ma vuole rielaborarlo.
Applausi per tutti, da menzionare la Morte e il Toro (Edoardo
Caporaletti e Andrea Crescenzi) e la Michela di Maria Celeste
Losa.
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