Alla mia università che mi ha fatto sentire amato e sostenuto in tutto questo. Vi devo molto e sono per sempre orgoglioso di essere uno dell'Università di Bologna. Non vedo l'ora di tornare". Lo scrive Patrick Zaki su Twitter. Il ricercatore egiziano, fuori dal carcere da pochi giorni benché ancora sotto processo in Egitto, ringrazia il suo ateneo ma in un altro tweet, oggi, si è rivolto a tutti gli italiani ringraziandoli per il sostegno ricevuto in questi lunghi 22 mesi di detenzione.
Su Facebook il primo post pubblico Zaki lo ha invece dedicato alla sua fidanzata: "Se c'è una persona che devo ringraziare per essere ancora in piedi è la mia compagna, è la persona che mi ha sempre sorpreso con il suo infinito amore, sostegno e incoraggiamento".
Su Twitter e Facebook Patrick Zaki ha aperto gli unici due profili social al momento ufficiali, segnalati come tali da familiari e amici. Mentre su Instagram è stato aperto nelle ultime ore un account Instagram 'fake', che Amnesty International denuncia e invita a segnalare affinché venga chiuso. "Se lo seguite, segnalate questo profilo Instagram - scrive Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia - Qualcuno ha tempo da perdere e male da fare e forse ignora (o sa benissimo?) che i guai giudiziari di Patrick Zaki sono iniziati con l'accusa di aver scritto post su un profilo social che non era il suo".
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