"In quella settimana ho vissuto l'inenarrabile, era quando cercavamo Giulia e Filippo ma sono riuscito a conservare la razionalità chiedendomi: 'cosa posso fare se mi arriva la notizia che non vorrei sentire?'. Tra le possibilità di risposta c'erano la rabbia e la vendetta ma erano sentimenti che avrebbero fatto male a me stesso e avrebbero fatto male anche agli altri miei figli; ho pensato che la rabbia non mi avrebbe dato la possibilità di andare avanti ma mi è venuta in soccorso Giulia: ho guardato una sua foto e ho capito subito cosa dovevo fare: focalizzarmi su qualcosa di bello, l'amore è la soluzione a tutto. Questo ho capito in quei momenti, così si sono affievoliti i momenti di rabbia al punto da riuscire quasi a ignorare la figura di Filippo, cercando di focalizzarmi sul cercare di evitare che un altro padre provasse quello che stavo vivendo, un dolore allucinante". A dirlo è stato Gino Cecchettin, padre di Giulia, parlando, in collegamento video, ad una platea di mille classi durante un evento organizzato dalla rivista 'La tecnica della scuola' sulla violenza di genere. "Ho imparato che il tempo vissuto con i propri cari è prezioso, diamo tutto per scontato, viviamo sempre con il pilota automatico, senza prestare attenzione al momento, e la vita ci sfugge via. Non ricordavo quale fosse il nostro ultimo pranzo, da allora faccio attenzione ai momenti di vita. Giulia mi ha insegnato ad essere altruista, a donare, vedeva la bellezza in ogni aspetto della vita. Altro aspetto fondamentale è il focalizzare le cose importanti: lei mi ha dato lezioni di vita cercando di farmi capire quello che realmente conta".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA