Mostricciattoli e creature
oniriche dalle forme più bizzarre, scene convulse, paesaggi
allucinati con città incendiate sullo sfondo: è l'universo di
Jheronimus Bosch, il pittore olandese di cui ricorre il 500/mo
anniversario della morte e che a Venezia è presente con tre
grandi opere: Il martirio di Santa Ontocommernis, Tre santi
eremiti e Paradiso e Inferno (Visioni dell'Aldilà). Attorno a
questi capolavori "lagunari" ruota la mostra su Bosch e Venezia
che sarà aperta al pubblico dal 18 febbraio al 4 giugno
prossimi, nell'Appartamento del Doge, a Palazzo Ducale.
Protagoniste della rassegna, oltre ai tre lavori boschiani,
altre 50 opere, tra dipinti di Jacopo Palma il Giovane, Quentin
Massys o Jan Van Scorel a disegni bulini di Durer, Bruegel,
Cranach e Campagnola, bronzi e manoscritti. La mostra, con una
sezione virtuale che permetterà di "entrare" nell'opera di
Bosch, è curata da Bernard Aikema con il coordinamento
scientifico di Gabriella Belli e Paola Marini.
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