Andato nel garage di un amico per
prendere una culla, era stato picchiato da due persone che lo
avevano scambiato per uno dei topi d'appartamento che
imperversavano nelle notti dell'estate 2014 a Gignod. Grazie
all'oscurità, i due si erano dileguati e la vittima, un
ventisettenne marocchino di Saint-Marcel, aveva indicato ai
carabinieri l'appartamento dove pensava di aver visto rifugiarsi
uno dei due aggressori. Identificato dai militari l'uomo, un
trentunenne albanese (difeso dall'avvocato Corinne Margueret), è
finito a processo con l'accusa di lesioni personali aggravate.
Nonostante la richiesta di condanna del pm Sara Pezzetto, oggi
il giudice monocratico lo ha assolto "per non aver commesso il
fatto": nessuno dei testimoni sentiti in aula ha confermato che
fosse lui uno dei due aggressori. L'aggredito (parte civile con
l'avvocato Stefano Moniotto) era stato preso a pugni e colpito
alla schiena con l'impugnatura di un'ascia, riportando una
frattura a una gamba guaribile in 30 giorni e diverse
contusioni.
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