Le polemiche fotocopia sulle croci
di vetta in Austria. L'Alpenverein, il club alpino austriaco,
condivide la proposta di uno stop a nuove croci, lanciato in un
primo momento dal Cai, mentre critiche arrivano dal partito
popolare Oevp del cancelliere Karl Nehammer.
Il presidente dell'Alpenverein austriaco, Andreas Ermacora,
ha in un'intervista all'emittente di stato Orf, ha ricordato che
la sua associazione già "100 anni fa aveva deciso di non
costruire nuovi sentieri e rifugi" per tutelare l'ambiente e
paesaggio alpino. "Per lo stesso motivo, negli anni '80 e '90,
la commissione competente decise di non erigere nuove croci di
vetta. Ce ne sono già abbastanza. Le croci di vetta sono un bene
culturale e ognuno ha un rapporto diverso con esse. Per noi lo
sfondo religioso è secondario", ha ribadito Ermacora.
Il presidente dell'Alpenverein ha anche ricordato il grosso
impegno tecnico per portarli in quota. "Prima deve essere
costruita a valle. A volte deve essere trasportata da un
elicottero. Poi deve essere montata a regola d'arte, in modo che
non cada a causa delle intemperie. Non deve neanche crollare, se
qualcuno, come capita, dovesse arrampicarsi su", ha fatto
presente Ermacora, che è anche avvocato.
Nelle Alpi occidentali e orientali abbiamo circa 4.000 croci
di vetta, che vanno anche rinnovate e sostituite, ma "non serve
una croce su ogni montagna. Anche i cosiddetti uomini di pietra
e le bandiere di preghiera tibetane possono servire da
orientamento", ha detto il presidente dell'Alpenverein.
Critiche alle parole di Emacora sono arrivate dal capogruppo
della Oevp nell'assemblea tirolese, Jakob Wolf, che ha definito
le croci di vetta "parte della identità tirolese".
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