Quando l'esperienza nello sport e in
particolare in una Olimpiade conta più della gioventù, della
classifica e della forza fisica. Ne è una prova l'exploit del
trio 'matusa' dello sci alpino che oggi ai Giochi invernali di
Pechino ha sbaragliato la migliore gioventù della neve portando
sul podio complessivamente 106 anni compiuti di vita tra
montagne, paletti e velocità. A sorprendere più di tutti tra gli
uomini jet, è il 'vecchio' Johan Clarey: il 41enne francese è
stato capace di portare a casa una medaglia d'argento tanto
inattesa quanto meritata, diventando il più 'vecchio' medagliato
olimpico della storia dello sci alpino. L'unico a batterlo è
stato l'altro evergreen della discesa libera Beat Feuz che il
prossimo 11 febbraio compirà 35 anni, mentre a prendersi la
medaglia di bronzo a 31 anni suonati l'austriaco Matthias Mayer.
Un trio inedito riuscito a sorprendere rivali ben più quotati e
soprattutto più giovani, tra cui l'attuale leader della
classifica mondiale di discesa libera maschile, il norvegese
Aleksander Aamodt Kilde e lo svizzero Marco Odermatt (SUI),
rispettivamente quinto e settimo divisi dal discesista di punta
azzurro Domik Paris. Una novità se si guarda alla carta
d'identità, ma non al curriculum di Feuz e Mayer che in passato
hanno dominato le gare di velocità olimpiche, vedi Sochi 2014 e
PyeongChang 2018. "Non riesco a pensare a niente di più bello
che volare a casa con una medaglia d'oro al collo - ha detto
Feuz, mentre rifletteva sulla gioia di vincere una medaglia
d'oro olimpica all'età di 34 anni - A (PyeongChang) quattro anni
fa ero secondo e terzo, ma oggi tutto si è messo a posto.
Significa tutto per me". Non nasconde l'emozione Clarey, che a
41 anni è ora lo sciatore più anziano ad aver conquistato
medaglie olimpiche e mondiali. "Sapevo di avere solo una
possibilità rimasta nella mia carriera per ottenere una medaglia
alle Olimpiadi - ha detto Clarey - Quando sei un medagliato, se
hai 20 o 41 anni non importa, è solo una medaglia olimpica. È
già un bel ricordo". Non ce l'ha fatta neanche stavolta, invece,
a salire sul podio il 24enne canadese James Crawford finito
quarto, continuando così una strana tradizione familiare. Non
solo lui è arrivato quarto nella combinata ai campionati del
mondo dell'anno scorso, ma anche sua zia Judy Crawford si era
classificata quarta nello slalom ai Giochi olimpici Invernali di
Sapporo 1972.
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