Pediatri e medici di base specializzati nel riconoscere i segni
di violenze e abusi fisici, psicologici e sessuali sui bambini.
In arrivo in Italia 15 mila medici 'sentinella', che
costituiranno la prima rete anti-abuso del mondo. Il progetto,
già avviato, è stato lanciato dalla multinazionale farmaceutica
Menarini che lo ha sostenuto con un investimento di un milione
di euro, in collaborazione con Telefono azzurro, Società
italiana di pediatria, Federazione italiana medici pediatri e
Associazione ospedali pediatrici italiani. L'obiettivo è quello
di creare un network sanitario contro la violenza sui minori, in
cui saranno coinvolti i 13 maggiori ospedali pediatrici
italiani. Ogni hanno in Italia sono circa 70-80 mila i minori
vittime di violenze e abusi, ma solo pochi casi vengono alla
luce. La prima fase del progetto, il 'train the trainers',
prevede la formazione di mille pediatri che, attraverso 23 corsi
intensivi in tutte le regioni saranno 'allenati' a riconoscere i
segnali di difficoltà inespressi dell'infanzia. Grazie a loro
circa 15 mila fra medici di base e pediatri del territorio
potranno essere supportati su queste tematiche costituendo la
prima rete anti-abuso al mondo.
I tredici ospedali pediatrici più importanti del Paese,
inoltre, saranno coinvolti come sede dei corsi di formazione ma
anche come punti di riferimento dei pediatri del territorio e
centri dove poter affrontare l'emergenza e la fase di recupero.
Secondo una recente indagine realizzata da Telefono Azzurro in
collaborazione con Doxa Kids, quello delle violenze su bambini e
adolescenti è un 'fenomeno iceberg', sottostimato, che nel 70%
dei casi si consuma fra le mura domestiche, due volte su tre per
mano di uno dei genitori. Nella maggior parte dei casi le
violenze restano coperte dal silenzio, oltre a essere un
fenomeno sempre più diffuso, e accentuato dai rischi legati
all'uso delle nuove tecnologie e dalla crisi economica. "Come
Menarini - affermano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti,
presidente e vice presidente del gruppo farmaceutico - ci siamo
chiesti cosa possiamo fare per dare una mano a costruire una
maggiore consapevolezza di questa emergenza sociale, e la
risposta è stata che possiamo lanciare e sostenere un progetto
educazionale rivolto ai pediatri italiani, unico a livello
mondiale".
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