"Siamo qui a dover fare i conti
con una dura realtà che nessuno di noi avrebbe voluto
affrontare. In questa stagione gli sforzi profusi non sono stati
sufficienti e i prossimi giorni saranno necessari per analizzare
il campionato appena concluso, capire cosa non ha funzionato e
tracciare una linea da seguire per ripartire, mettendo il bene
dello Spezia Calcio davanti a tutto". Queste le parole affidate
al sito ufficiale del club da Philip Platek, presidente dello
Spezia, all'indomani della retrocessione del club ligure dalla
serie A dopo tre anni consecutivi di militanza. Fratello del
proprietario, Robert Platek, è l'uomo più vicino alle sorti
della società, avendo frequentato l'Italia assiduamente negli
ultimi due anni.
Periodo in cui "abbiamo ben compreso cosa significa il
calcio nel Golfo dei Poeti. Quello tra squadra e popolo spezzino
è un connubio che dura da ben 117 anni, oltre un secolo di
battaglie sportive in cui lo Spezia Calcio ha sempre saputo
rialzarsi dopo ogni frenata e anche questa volta lo farà con
orgoglio, coraggio e quella fiera identità che ha consentito
alle Aquile di arrivare a vincere contro club storici, successi
che per generazioni di tifosi aquilotti avevano rappresentato
soltanto un sogno". Lo Spezia ha battuto, tra le altre, due
volte Milan e Napoli e una volta l'Inter nei suoi tre anni in
serie A.
"Siamo profondamente delusi e arrabbiati per non esser
riusciti a raggiungere il nostro obiettivo e ancor di più per le
lacrime dei nostri tifosi, che hanno sempre dimostrato di essere
un pubblico da Serie A in queste tre storiche stagioni passate
nell'élite del calcio italiano. Un doveroso ringraziamento va ai
nostri tifosi per il loro appassionato sostegno dimostrato lungo
tutta la stagione ed è proprio dalla loro energia che dovremo
ripartire per rialzarci immediatamente. Oggi non è il momento di
aggiungere ulteriori parole, bensì di riflettere e metabolizzare
quanto accaduto".
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