Dopo il flop della scorsa stagione, senza inglesi tra le migliori quattro di Champions League, la Premier League è tornata nell'élite del calcio continentale grazie all'inatteso Arsenal guidato da Mikel Arteta, capace persino di scalzare dal trono europeo i detentori del Real Madrid.
Una sorpresa per chi si aspettava che la riscossa d'Oltremanica arrivasse per mano delle corazzate Liverpool e Manchester City, che viceversa sono uscite di scena prematuramente. Se i Reds si potranno accontentare con il ventesimo titolo nazionale, ormai ad un passo, decisamente fallimentare è stata la stagione dei Citizens. A tutto vantaggio dei Gunners che - pur falcidiati dagli infortuni - ne hanno approfittato per insediarsi come seconda forza nazionale, e stupire in Europa.
Ne sa qualcosa il Real Madrid, umiliato nel doppio confronto con la squadra di Arteta, che da spagnolo si è tolto la soddisfazione più grande. Alla quinta stagione all'Emirates Stadium, l'ex assistente di Pep Guardiola ("se sono qui è grazie a lui", ha sottolineato ieri sera), che fin qui ha vinto solo una Coppa d'Inghilterra e una Community Shield, sembra finalmente raccogliere i frutti del suo lavoro, avendo stabilmente riportato in alto una nobile decaduta quale era divenuto l'Arsenal negli ultimi anni con Arsene Wenger.
Il punteggio finale con cui ha superato le merengues, tra andata e ritorno (5-1), non solo fotografa la netta superiorità dei londinesi, ma ne legittima anche le ambizioni europee.
Secondo un algoritmo, i Gunners risultano addirittura i favoriti per l'epilogo di Monaco di Baviera, anche se in semifinale (la terza della loro storia) sono attesi dal Paris Saint Germain, fresco giustiziere di un'altra squadra inglese, l'Aston Villa di Unai Emery, che pure ha venduto cara la pelle. "Conosco molto bene la squadra di Luis Enrique, ma è presto per pensarci - la soddisfazione di Arteta -. In questo momento dobbiamo solo pensare a festeggiare perché quello che abbiamo fatto è straordinario. Abbiamo battuto la squadra con la più grande storia in questa competizione, non potrei essere più orgoglioso dei miei ragazzi". Che però non hanno alcuna intenzione di fermarsi qui: troppe volte, anche negli ultimi anni, l'Arsenal si è fermato ad un passo dalla gloria. Ora i tempi sono maturi per riscrivere la storia.
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