"La prima sensazione che ho avuto non è stata buona. Non conoscendo i fatti a intuito dico che le dimissioni sono arrivate o perché ha avuto un'altra offerta importante come va di moda ora dei paesi arabi oppure ha pensato di non poter più vincere con questa nazionale. Sono due cose diverse ma che fanno riflettere". Così il Furio Valcareggi, procuratore e figlio di Ferruccio Valcareggi, l'unico altro ct ad aver vinto gli Europei di calcio con l'Italia nel '68, commenta all'ANSA le dimissioni di Roberto Mancini.
"Di sicuro poteva fare meglio, ha scelto tutto, anche il colore delle maglie e poi se ne va - prosegue - Solo lui potrà spiegare quanto successo, ma avrà difficoltà ad uscirne bene".
Valcareggi, poi, non ha timore a sostenere che la portata delle sue eventuali spiegazioni saranno "più importanti delle dichiarazioni della Meloni". "Che cambi il ct dell'Italia è una roba sconvolgente", aggiunge.
Poi tornando sulle possibili motivazioni che hanno spinto Mancini a dare l'addio all'azzurro, prova ad analizzare lo stato di salute del calcio italiano intorno all'ex commissario tecnico. "Personalmente non lo conosco, ma so che ha sempre vissuto a dieci stelle e che è un grande intenditore quando si parla di convocazioni - comincia Valcareggi - Ma io vengo da una generazione di ct dove mai un calciatore della Spal sarebbe arrivato in Nazionale. Forse non era giusto prima, ma in nazionale andavano i grandissimi giocatori e non c'erano tutti questi stranieri. Questa per Mancini sicuramente è una giustificazione. Il commissario tecnico da noi oggi lavora con meno di 50 italiani: i grandi difensori, centrocampisti e attaccanti in A sono quasi tutti stranieri. Le difficoltà sono tante, per questo se pensava di non vincere più con questa nazionale doveva dirlo". Provando a individuare un successore, invece, Valcareggi parla della necessità di avere "un selezionatore". Per questo a Spalletti dà un consiglio. "Non accetti mai l'Italia. Io ho un'esperienza familiare importante, la quotidianità non esiste da ct. I calciatori che convochi non devi allenarli, devi solo mandare in campo i migliori. Non c'è quella fantasia che ha avuto a Napoli, dove ha vissuto la quotidianità stando tutti i giorni con Kvara rendendolo quel fenomeno che è. Il fascino della nazionale che aveva il mio babbo o Bearzot non c'è più. Oggi andare ad allenare l'Italia significare guadagnare meno e non vincere mai, questa la prospettiva". Ma per Valcareggi, Spalletti accetterà comunque e "andrà per coronare una carriera, alla fine essere ct è comunque una cosa da poter raccontare ai nipoti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA