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Valditara: 'Nei lager la demolizione programmata dell'essere umano'

Valditara: 'Nei lager la demolizione programmata dell'essere umano'

'Collaborazionismo del regime fascista alla Shoah'. Il ministro alla cerimonia per il Giorno della Memoria: 'La Memoria è vigilare sul presente'

ROMA, 28 gennaio 2025, 14:38

Redazione ANSA

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Valditara, collaborazionismo del regime fascista alla Shoah - RIPRODUZIONE RISERVATA

Valditara, collaborazionismo del regime fascista alla Shoah - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Noi italiani non possiamo dimenticare la responsabilità del collaborazionismo del regime fascista nello sterminio degli ebrei", per questo "dobbiamo coltivare una memoria viva, vigile e attuale". Circa 40mila ebrei hanno lasciato l'Europa in questi ultimi anni per l'antisemitismo rinascente "e la Memoria è anche vigilare sul presente perché" atrocità come la Shoah "non accadano più". Lo ha sottolineato il ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara intervenendo al Quirinale alla cerimonia per il Giorno della Memoria. Il ministro ha ricordato l'impegno del ministero per far conoscere agli studenti i campi di sterminio. 

"Vivificare la Memoria oggi - ha proseguito il ministro Valditara - significa anche ricordare che la tragedia è stata la tragedia di persone, di persone singole e irripetibili, coi loro progetti di vita, i loro sogni, i loro incontri da compiere, il loro avvenire da scrivere. Tutto cancellato in nome del totalitarismo dis-umanizzante e genocida. È questo, il dramma indicibile, o mai pienamente dicibile: che nel cuore dell'Europa, civiltà-culla della persona, si sia voluta cancellare la nozione stessa di persona. Non erano più persone, gli internati nel lager, ma numeri giustapposti nella catena di montaggio dello sterminio".

 "È questo controsenso abissale che dobbiamo tenere vivo e ricordare, a maggior ragione noi italiani, perché non possiamo dimenticare che migliaia di ebrei - ha sottolineato Valditara - furono internati e sterminati a causa del colpevole collaborazionismo del regime fascista, che favorì la loro deportazione. Non c'è storia senza la responsabilità di essa".

 "È a questa responsabilità che abbiamo guardato, quando abbiamo apposto al Ministero dell'Istruzione e del Merito una targa in memoria degli studenti e di tutto il personale espulsi dalla scuola italiana in quanto ebrei.Ma la responsabilità, a sua volta, non è solo un eco del passato, ci interpella anche nel presente, la storia rischia sempre di assumere di nuovo le fattezze drammatiche della cronaca", ha ricordato Valditara. 

"La Memoria non è soltanto il sacrosanto mantenere in vita il ricordo, la Memoria è anche il vigilare sul presente. Perché, se è successo, può risuccedere. E non deve risuccedere, mai più. Per dare corpo a questo imperativo esistenziale, prima ancora che morale, per farne non un'astratta dichiarazione di principio, ma la concretezza quotidiana della nostra convivenza civile e democratica, gli alleati migliori siete Voi, ragazze e ragazzi delle nostre scuole. La memoria autentica e, quindi, un futuro veramente degno è innanzitutto vostro". Così il ministro dell'Istruzione e del merito.

"Mentre riflettevo su questo mio breve intervento, mi sono tornate in mente le parole con cui Primo Levi descrive l'impatto con quel luogo dell'orrore che è il lager: 'allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile'. È il paradosso dell'indicibilità, la cifra dell'orrore puro. L'evidenza per cui il nostro linguaggio, il nostro apparato di categorie, tutto il grandioso edificio culturale allestito nei secoli dalla nostra civiltà incentrata sul valore della persona umana, in prima istanza non può che sfasciarsi di schianto e rimanere muto, appunto, di fronte all'indicibile, come scriveva Primo Levi: la demolizione programmatica dell'essere umano realizzata da uomini", ha detto Valditara.

"Eppure, come insegna lo straordinario itinerario di testimonianza di Primo Levi, si tratta di un'evidenza che bisogna superare. Non far vincere l'orrore significa anche reperire faticosamente le parole e i concetti per raccontarlo, coltivare l'urgenza, prima ancora che il dovere, della Memoria.Mi fa piacere ricordare che è lo spirito con cui ogni anno il Ministero dell'Istruzione e del Merito- ha proseguito Valditara - promuove l'iniziativa 'I giovani ricordano la Shoah': un concorso che mira innanzitutto ad ascoltare le nostre studentesse e i nostri studenti, ad imparare da loro, dalla loro sensibilità e dalla loro creatività, cosa è stata e cosa significa questa tragedia immane, definitiva, insormontabile, non dimenticabile".

"La traccia scelta quest'anno- ha detto Valditara - riprende un'espressione utilizzata dalla senatrice Liliana Segre per descrivere il marchingegno dell'orrore assoluto: 'Per la sola colpa di essere nati'. È stato questo, alla radice, il salto di qualità vertiginoso della Shoah rispetto ai pur innumerevoli e devastanti orrori che hanno costellato la storia umana: non l'eliminazione del Nemico, di un altro uomo giudicato avversario irriducibile, ma l'eliminazione dell'Errore, di un non-uomo giudicato sbagliato intrinsecamente perché non appartenente alla Razza Eletta, e quindi come tale da rimuovere".

"È l'uomo trasformato in cosa. Ieri ero al memoriale di Milano e ho visto e ho sentito parlare di questi Stücke, pezzi, blocchi di uomini trasformati in pezzi da caricare su quei carri piombati. Colpevole l'uomo, appunto, di essere nato, e di aspirare a un'umanità che non gli appartiene per statuto. Era l'esistenza stessa delle vittime, ad essere sommamente offensiva per i carnefici: solo in questo capovolgimento morale totale può prendere corpo qualcosa come lo sterminio di massa, che è anche sterminio meccanizzato, burocratico, impersonale", ha concluso Valditara. 

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