Il caso Depardieu con la condanna della superstar francese a 18 mesi per aver aggredito due donne durante le riprese del film Les Volets Verts nel 2022 scuote Cannes all'apertura del 78/o festival dove il divo nei panni di Cyrano vinse la Palma per l'interpretazione nel 1990. "È un grande esempio non solo rispetto alla tematica femminile ma anche politica, unirsi, coalizzarsi, può cambiare le cose", dice all'ANSA la regista Alice Rohrwacher riferendosi alle accuse delle attrici e alle testimonianze contro Depardieu (fatta la clamorosa eccezione per Fanny Ardant che ha dichiarato a suo favore). "Le parole non sono solo chiacchiere, ma anche azioni giudiziarie e speriamo che questa cosa vada oltre il MeToo e possa espandersi trasformando gli appelli alla parità e al comportamento non molesto sessualmente in azioni contagiose", prosegue la regista che è stata scelta dal delegato generale Fremaux a presiedere la giuria della Camera d'oro che assegnerà il prestigioso premio alla migliore opera prima del festival 2025, 28 in tutto compreso il film d'apertura Partir un jour di Amelie Bonnin.
Alice Rohrwacher è parte di un sistema al femminile: quattro giurie, quattro donne e sette registe su 22 film in concorso per la Palma d'oro. Un bel rinnovamento? "È in corso un cambiamento, ma sarà davvero compiuto quando non avrà senso rimarcarlo e dopo tutti questi anni posso dire era ora!". Il cambiamento "è reale nel momento in cui le donne si sono coalizzate e uscite dalla logica della 'prima donna', perché è lo stesso sistema patriarcale a tramandare questo concetto come pure l'altro stereotipo 'il più grande nemico sono le altre donne'. Non c'è più una prima donna, perché le donne sono cambiate, c'è una lotta collettiva, al cinema lo sguardo femminile mancante ora si fa strada, ed è necessario". Necessario è una parola ricorrente nel vocabolario di Alice Rohrwacher, come pure biodiversità: le sue origini rurali la fanno ragionare in un'ottica agricola e si scusa per l'uso di metafore contadine. "Le opere prime sono tesori, il cinema non è fare intrattenimento, ma un mezzo che esprime una necessità dell'autore specie in un esordio. In tutta Europa le opere prime dipendono da finanziamenti pubblici, tutti insieme dobbiamo proteggere questa creatività, dare particolare attenzione: c'è bisogno di spazio per potersi esprimere. E ritengo - prosegue - che di quegli sguardi freschi ci sia grande bisogno. In questi giorni di giuria della Camera d'oro sono molto curiosa di vedere i lavori magari immaturi, imperfetti ma con la capacità di immaginare il mondo, interpretarlo liberamente e imprevedibilmente".
Il primo film di Alice Rohrwacher, Corpo Celeste, impressionò alla Quinzaine nel 2011 e poi Cannes ha ospitato le sue altre tre opere, premiandola con il Gran Prix per Le Meraviglie, migliore sceneggiatura per Lazzaro Felice, il concorso per La Chimera. "Sono molto grata a Cannes e anche alla mia insegnante di francese che ho avuto da piccola, quelle nozioni mi permisero di convincere i coproduttori del mio esordio. Il sistema europeo delle coproduzioni è una grande cosa che va tutelata". Se la Francia la accoglie, con l'Italia il rapporto è diverso, "complesso e straziante. La amo, è piena di tesori ma li vedo nascosti sotto il letto i suoi bellissimi figli meticci che rappresentano il suo futuro. La cultura dominante è cultura enogastronomica, mentre sarebbe anche altro da valorizzare". Prepara due film e come artista si sente "libera e spregiudicata, e anche come cittadina perché voto e non dovremmo dimenticare di avere questa libertà". Cannes, oltre ad Alice, ha voluto anche la sorella Alba, nella giuria presieduta da Juliette Binoche che assegnerà la Palma d'oro. "Sono stordita di felicità, penso sia una cosa bella anche per il cinema italiano. Non abbiamo film da vedere in comune, perché in concorso non ci sono opere prime, ma siamo ad un isolato di distanza e ci sosteniamo come sempre. I nostri gusti? Pazze per A qualcuno piace caldo".
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