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Allarme di Mattarella: il nazi-fascismo tentazione che torna

Allarme di Mattarella: il nazi-fascismo tentazione che torna

'Infezione serpeggia, partiti vigilate'. Argine ad insulti Segre

ROMA, 29 gennaio 2025, 08:47

di Fabrizio Finzi

ANSACheck
Mattarella, tempi violenti, rinnovare il patto tra i popoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mattarella, tempi violenti, rinnovare il patto tra i popoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi. La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia". Usa le parole di Primo Levi il presidente della Repubblica per lanciare l'allarme sul persistere di subdoli tentativi negazionisti, per denunciare "inquietanti ombre e fantasmi" del nazi-fascismo che come zombie resuscitati ancora si aggirano tra noi. Sergio Mattarella ricorda la Shoah al Quirinale in una cerimonia formale e toccante alla presenza delle istituzioni e del governo. In prima fila c'è la premier Giorgia Meloni, accanto il presidente del Senato Ignazio La Russa, dietro diversi ministri. Sul palco di fronte campeggia una riproduzione dell'opera di Emilio Isgrò, artista famoso per le sue cancellature, sui "provvedimenti per la difesa della razza italiana" del 17 novembre 1938 voluti da Mussolini.

 

Una scelta non casuale visto che il capo dello Stato prende di petto il tema delle responsabilità fasciste nella Shoah: "Auschwitz è la conseguenza diretta delle leggi razziste, ignominiosamente emanate anche in Italia dal regime fascista e della furia antiebraica nazista, di cui il regime fascista e la Repubblica di Salò furono complici e collaboratori, fino alla "soluzione finale", spiega in un appassionato discorso che ha chiuso la cerimonia. Tema delicato quello delle responsabilità del fascismo nella Shoah che proprio ieri la premier Giorgia Meloni ha depotenziato sottolineando con una certa chiarezza che lo sterminio del popolo ebraico è stato "un abominio condotto dal regime hitleriano", con "la complicità" in Italia "anche di quello fascista".

Poco più in là Liliana Segre ascoltava con attenzione le parole di Mattarella che ha dedicato alle continue minacce che la senatrice subisce un passaggio durissimo: "è' doloroso e inaccettabile che vi siano ignobili insulti razzisti alla senatrice Segre, su quei social media che sono nati come espressione di libertà e che rischiano invece, sovente, di diventare strumento di violenza e di negazione di diritti. Occorre mettervi un argine. Sono reati gravi, che - è la richiesta - vanno perseguiti a tutela della libertà e della giustizia". "Accoglienza, studio della storia , della geografia e staccarsi dal telefonino: queste tre semplicissime cose bisogna fare, ha spiegato Segre ad un gruppo di giovani che le chiedevano cosa bisognasse fare per custodire la Memoria. E ha poi raccontato un momento centrale della sua esperienza nel lager. "Non raccolsi per fortuna quella pistola e diventai una donna di pace, per la vita", ha spiegato la senatrice a vita riferendo della sua scelta di non raccogliere la pistola gettata a terra dal suo carceriere il Primo maggio del 1945, quando si aprirono le porte del lager di Auschwitz, e i kapò del campo si liberarono delle divise cercando di mescolarsi ai sopravvissuti.
"Mai più Auschwitz", quindi. Ripetiamolo ovunque, "nelle piazze, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, nelle case", incalza il presidente. Soprattutto in "tempi così violenti" bisogna "vigilare", le forze politiche in primis "devono vigilare" contro il ritorno dell'abominio. Questo perchè Auschwitz "alberga nel fondo dell'animo dell'uomo. E' un monito insuperabile e, insieme, una tentazione che sovente affiora".
Tentazione da sopprimere con razionalità perchè, ricorda ancora Mattarella, "lo sterminio nazista non nacque per un caso. Fu una macchina di morte lucidamente progettata da uomini - utilizzando i ritrovati della tecnica e una accurata organizzazione burocratica - per sopprimere uomini e donne innocenti, intere comunità, culture, popoli, considerati inferiori". Un'ideologia perversa, un regime brutale, per alcuni addirittura una nostalgia inconfessabile. E la nostra Costituzione - questo è l'ultimo avviso del capo dello Stato - è nata proprio per questi motivi, per "cancellare i principi, le azioni, le parole d'ordine del cupo dominio nazifascista". 

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