Cosa non si è detto, visto, scritto dei FabFour, del loro addio ('The Beatles: Get Back' di Peter Jackson nel 2021 è stato solo l'ultimo degli approfondimenti), di Yoko Ono rovina Beatles, eccetera eccetera? Eppure 'One to One: John & Yoko' getta nuova luce ed è un documentario da non perdere.
Diretto dallo scozzese Kevin MacDonald con Sam Rice-Edwards è una vera e propria immersione nei poco esplorati anni newyorkesi di Lennon ormai separato dai Beatles.
Il film dopo l'anteprima mondiale fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia e ad altri festival arriva come evento speciale al cinema dal 15 al 21 maggio con Nexo Studios.
Il regista ha potuto accedere all'archivio Lennon e alla Lennon's Estate e ricostruire l'esperienza della coppia che tra musica, concerti benefici, manifestazioni partecipava alla vita culturale della città e soprattutto a quella politica. Erano gli anni della guerra in Vietnam, dei cortei dei giovani che chiedevano stop the war e peace now - scene e frasi drammaticamente attuali - del presidente Nixon da boicottare ma che invece veniva rieletto, del governatore razzista dell'Alabama George Wallace oggetto di un attentato che infiammò l'America.
Ci sono quadretti familiari teneri e inediti come quando si vede John Lennon che fa fare l'aeroplanino in aria al figlioletto Sean appena nato e poi lo porta a spasso mentre Yoko Ono gli dà la pappa nella cucina dell'appartamento nel Dakota Building con vista su Central Park.
Siamo nel 1971-1972, la coppia innamoratissima era arrivata dall'Inghilterra, aveva preso casa al 496 di Broome Street a Soho e al 105 di Bank Street al Village, trascorreva giornate a letto, il famoso periodo peace and love, strimpellando, cantando, intervenendo nei programmi tv, ma cominciava di fatto una nuova vita. Fu allora che John e Yoko si impegnarono pesantemente in cause politiche e realizzarono Some Time in New York City, passato alla storia come il peggior album di Lennon e soprattutto il concerto di beneficenza per la famigerata Willowbrook State School per bambini con disabilità intellettive, che un'inchiesta tv aveva svelato come un istituto in pratica di detenzione pediatrica. Lennon e Ono (la cui figlia Kyoko avuta dall'ex marito Anthony Cox, le era stata sottratta con grande dolore) si buttano con generosità nella realizzazione del concerto così come in altre cause, spesso insieme all'attivista sociale Jerry Rubin e al padre beatnik Allen Ginsburg, tentando di coinvolgere anche un recalcitrante Bob Dylan e quegli slanci sono forse una delle belle scoperte del documentario. One to One ebbe luogo al Madison Square Garden il 30 agosto 1972, l'unico concerto completo che Lennon tenne dopo aver lasciato i Beatles e prima che venne ucciso da un fan squilibrato sotto casa l'8 dicembre 1980.
Il film è il racconto di anni irrequieti per l'America, per Lennon e Yoko (femminista della prima ora partecipa alla prima storica riunione, 1971), tra pubblico e privato. E poi però c'è la musica Imagine, Looking over from my hotel window, Hound Dog, Come together, 39, Mother e tante altre.
"L'idea del film - ha detto Kevin MacDonald - è stare con loro, come seduti nella loro casa, c'è intimità, c'è la storia del dolore di Yoko che cercava la figlia e c'è anche la loro vulnerabilità di famosi, ricchi, generosi e idealisti che volevano fare la rivoluzione ma poi disillusi pensarono alle piccole cose da cambiare, come far star meglio i bambini della Willowbrook School". E poi si restituisce dignità a Yoko Ono (tema divisivo dagli anni '60): "Questo film . ha concluso MacDonald - ha dato a Yoko la possibilità di essere vista, uguale a John".
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