"Il reato di autoriciclaggio, in
vigore da quest'anno, consiste nel reimpiegare il denaro o altri
beni frutto di un altro reato precedentemente commesso. Il
soggetto viene riconosciuto come lo stesso del classico
riciclaggio e viene finalmente punito, perché chi compie
operazioni per reimmettere nel circuito legale denaro o beni che
sono proventi di un illecito deve essere punito".
Così il procuratore aggiunto di Napoli Luigi Frunzio,
intervenuto al Forum dell'Ordine dei dottori commercialisti e
degli esperti contabili di Napoli su "Autoriciclaggio e
Voluntary Disclosure". "Si tratta infatti di episodi gravi che
inquinano il mercato e la concorrenza", ha aggiunto Frunzio.
"Il ruolo dei commercialisti nell'autoriciclaggio e nel
voluntary disclosure è centrale e particolarmente delicato - ha
affermato il presidente dell'Ordine dei Commercialisti Vincenzo
Moretta - far tornare capitali dall'estero è un obiettivo dei
professionisti, ma c'è bisogno di leggere con attenzione i
decreti attuativi, per conoscere i dettagli ed i limiti. In
questo senso è necessaria una collaborazione tra tutte le parti
in causa".
Al convegno hanno partecipato Arcangelo Sessa, consigliere
dell'Ordine partenopeo, Clelia Buccico, presidente Commissione
Imposte dirette e indirette Odcec Napoli, Antonio Minervini,
presidente Commissione Antiriciclaggio dell'Ordine, Arturo
Frojo, avvocato penalista, Immacolata Vasaturo, consigliere
delegata Odcec Napoli, Luigi Nuzzo, capo settore Controlli e
Riscossione della Direzione Regionale dell'Agenzia delle Entrate
della Campania e Salvatore Tramontano, presidente Commissione
Trust Cndcec.
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