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Giallo sulla sorte di Sinwar, 'strage di bimbi a Jabalia'

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Giallo sulla sorte di Sinwar, 'strage di bimbi a Jabalia'

Negoziati in stallo. Report shock sulle presunte torture a Gaza

ROMA, 14 maggio 2025, 21:05

di Silvana Logozzo

ANSACheck
Unrwa, molto difficile distribuire gli aiuti a Gaza senza l 'Onu © ANSA/AFP

Unrwa, molto difficile distribuire gli aiuti a Gaza senza l 'Onu © ANSA/AFP

Un attacco complesso, con l'impiego simultaneo di decine di bombe penetranti allo scopo di distruggere qualunque cosa e persona si trovasse nel bunker sottoterra vicino all'ospedale Europeo di Khan Younis, nel sud di Gaza. Se l'obiettivo sia stato raggiunto - eliminare Muhammed Sinwar - l'esercito israeliano non è ancora in grado di dirlo con certezza: resta per ora un giallo la sorte del leader di Hamas, che da quando ha preso il posto del fratello Yahya, ucciso dall'esercito israeliano a ottobre, si è messo di traverso a ogni passaggio negoziale.

Intanto a Gaza proseguono i raid israeliani, con le bombe che nel nord della Striscia, nell'area del campo di Jabalia, avrebbero ucciso decine di persone tra cui, secondo fonti ospedaliere palestinesi, 22 bambini. Intanto Tsahal, e alcune fonti arabe, sembrano ritenere che nel bunker con Sinwar ci fossero il comandante di alto rango della brigata Rafah Mohammad Shabaneh, uno dei capi che hanno dato inizio alla guerra, e il portavoce di Hamas Abu Obeida. Per buona parte della giornata i caccia dell'aeronautica militare israeliana (Iaf) hanno continuato a bombardare il perimetro di suolo, sconquassato, che corre sopra il tunnel e il centro di comando dove erano riuniti i capi di Gaza. L'anello di fuoco che circonda l'area già martellata serve all'Idf per impedire i tentativi di soccorso, il recupero dei feriti e dei cadaveri, tenere lontane le persone dalla scena: chiunque non sia stato colpito direttamente dalle esplosioni e dal crollo della struttura è destinato a morire a causa dei gas tossici sprigionati nel sottosuolo dalla detonazione.

Mercoledì mattina una ruspa che si era avvicinata per rimuovere le macerie è stata centrata da un drone. Una fonte della sicurezza israeliana ha stimato che ci vorrà del tempo prima di avere notizie sicure su Sinwar e i miliziani che si presume fossero con lui, anche a causa della grande quantità di munizioni sganciate sul compound sotterraneo. Lo schema militare usato da esercito e intelligence, che hanno colto al volo una preziosa informazione dal terreno, richiamano l'operazione in cui è stato eliminato otto mesi fa a Beirut il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Tonnellate di bombe penetranti, bombardamenti a tappeto all'esterno, vittime sotto le macerie, soccorritori tenuti fuori. Anche in quel caso, chiunque non fosse morto dentro la stanza blindata per l'onda d'urto, il calore estremo, la combustione di materiali infiammabili, è stato ucciso dai gas tossici.

Si presenta difficile nel mentre la conta totale delle vittime in diverse parti della Striscia dove hanno colpito i raid dalle notte alla serata di mercoledì: fonti mediche, ospedaliere, dei soccorritori, riferiscono numeri impossibili da verificare. Al Jazeera riporta 65 morti, l'Ap afferma che 22 sono bambini, l'agenzia di stampa palestinese Wafa dice che nelle ultime 24 ore 20 palestinesi sono deceduti e 125 persone sono rimaste ferite. Durante la notte i bombardamenti hanno preso di mira Jabalia, nel nord della Striscia, nella serata dopo un ordine di evacuazione l'Idf ha preso di mira una zona di Gaza city e di nuovo a Khan Younis. Da Doha nel frattempo arrivano notizie poco incoraggianti: sono di nuovo in stallo le mediazioni degli inviati Usa Steve Witkoff e Adam Boehler con il team israeliano e indirettamente con Hamas attraverso il Qatar.

Il mandato di Benyamin Netanyahu è molto limitato e legato alla precedente bozza americana. Witkoff, hanno riferito i media locali, ha parlato più volte al telefono con il premier israeliano ma, pare, senza riuscire ad ottenere un ampliamento delle indicazioni negoziali per procedere verso un accordo di tregua a Gaza e rilascio degli ostaggi.

Indignazione, infine, ha suscitato un report del Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) che documenta "l'uso sistematico della tortura e del trattamento disumano dei palestinesi di Gaza detenuti da Israele dal 7 ottobre 2023". Il documento si basa sulle testimonianze di 100 ex detenuti, tra cui 10 donne, e sulle visite legali ad altri 53 ancora in custodia. Il Pchr chiede agli Stati a far rispettare il diritto internazionale e un'azione urgente da parte della Corte penale internazionale.    

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