I fondi pensione dei dipendenti pubblici sono 'penalizzati' rispetto ad altre forme pensionistiche e al mercato del risparmio previdenziale.
Lo afferma il presidente del Fondo Perseo Sirio, Wladimiro Boccali, nell'annunciare che il Fondo (risultato della fusione dei fondi di previdenza complementare Sirio e Perseo, già operanti in diversi comparti del pubblico impiego, ndr), "ha dato mandato ai propri legali di verificare l'esistenza delle condizioni per ricorrere all'Autorità garante della concorrenza e del mercato".
L'attuale normativa che regola i due Fondi pensione del lavoro pubblico (Perseo Sirio ed Espero) contenuta nel Dlgs. n.
124/93, ''differisce da quella in vigore per tutte le altre forme pensionistiche complementari (Dlgs.n.252/05, interamente sostitutivo del citato Dlgs.124/93)''.
Di conseguenza, spiega Boccali, la riforma della previdenza complementare introdotta con il Dlgs.252/05 - in parte migliorativa - ha finora trovato solo parziale applicazione per il settore del pubblico impiego, a causa del mancato esercizio della delega prevista nella legge 243/2004. ''Si è così creata una situazione sperequata (a partire dalla disciplina fiscale, nonché di prestazioni) tra i Fondi pensione negoziali del settore pubblico e le altre forme pensionistiche e, perciò, una condizione competitiva di svantaggio rispetto al mercato del risparmio previdenziale in genere''.
Ma a tale svantaggio di partenza, se ne aggiunge oggi un secondo. ''Infatti, a fronte di una diversa e meno favorevole disciplina fiscale, i lavoratori del pubblico impiego si vedrebbero comunque esteso l'inasprimento fiscale sul Tfr e sui rendimenti previsti dalla legge di stabilità''.
''Il Fondo Perseo Sirio chiede perciò che, a fronte della non applicabilità per il prossimo triennio del Tfr in busta paga nei confronti dei lavoratori pubblici, non sia neppure applicato l'inasprimento fiscale a carico del Tfr e dei rendimenti finanziari dei loro Fondi pensione''.
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