"Discriminazione delle donne sui
posti di lavoro, la barriera visibile è di fatto abbattuta ma
resistono le barriere non visibili. Serve implementare la
normativa e servono informazione, formazione e conoscenza. Una
rivoluzione culturale in corso, ma c'è ancora molto da fare": è
il messaggio che arriva dall'incontro dal titolo "La
discriminazione di genere nei luoghi di lavoro - prevenire,
riconoscere, contrastare", che si è svolto a Perugia nel Centro
congressi della Camera di commercio dell'Umbria, organizzato
dall'ente camerale insieme al Comitato unico di garanzia e al
Comitato per l'imprenditoria femminile in vista della "Giornata
mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Le barriere invisibili - è stato detto - si abbattono se si
rafforza costantemente l'impegno corale per l'affermazione della
parità all'interno della società e delle organizzazioni
lavorative affinché l'agire collettivo effettivo e diffuso
garantisca la piena tutela della parità della persona. Occorre
quindi sostenere il percorso di trasformazione culturale e
organizzativa attraverso politiche sempre più' mirate, azioni
convergenti e sviluppo di strumenti di supporto per il contrasto
al pregiudizio negativo.
Insomma, un lavoro da fare a vari livelli: con
l'implementazione della normativa, stringendo sempre più sul suo
rispetto e con un'incessante attività d'informazione, formazione
e conoscenza. Un lavoro corale, che richiede la convergenza di
tante competenze e volontà, di battaglie legislative come di
battaglie culturali.
"La discriminazione nei confronti delle donne - ha affermato
il presidente della Camera di commercio dell'Umbria, Giorgio
Mencaroni - continua a costituire una barriera invisibile, ma
ben presente, negli ambienti di lavoro. Il gap gender non solo è
una chiara ingiustizia, ma rende meno competitive le imprese,
come dimostrano tutti gli studi che pongono una correlazione
diretta tra le pari opportunità e tassi di maggiore di crescita
aziendale. Peraltro, le aziende dove il gender gap è annullato
sono molto più resilienti rispetto alle altre".
I saluti istituzionali sono stati portati anche da Dalia
Sciamannini, presidente del comitato imprenditoria femminile
dell'ente camerale ("sulla discriminazione delle donne nei
luoghi di lavoro è l'ora di fare un balzo decisivo in avanti,
dopo i progressi compiuti negli ultimi venti anni"), e da
Giuliana Piandoro, presidente del comitato unico di garanzia
della Camera di commercio dell'Umbria ("molto è stato fatto, ma
molto resta ancora da fare. Incontri come questo sono una spinta
importante per arrivare a cogliere l'obiettivo di gender-gap
zero").
Numerose - riferisce una nota della Camera di commercio
dell'Umbria - le relazioni tecniche. Tra gli altri, Andrea
Benedetti, responsabile dell'Ispettorato territoriale del lavoro
di Perugia, ha illustrato l'attività dell'Ispettorato nazionale
del lavoro per la tutela e vigilanza sui fenomeni
discriminatori, mentre Fausto Lamparelli, questore di Perugia,
ha affermato - all'interno di una relazione che ha toccato molti
punti - che "vergogna e speranza di uscirne sono i due
principali motivi che portano le donne a non denunciare abusi e
violenze subite", ribadendo che "i centri di ascolto sono
fondamentali". Pietro Bussotti, consigliere del consiglio
nazionale Ordine degli psicologi, ha sottolineato che "esiste
anche la discriminazione indiretta, strutturale, che non sembra
neanche tale". E ancora: "Il sistema tende a reagire al
cambiamento".
Marilina Labia, Dirigente SiCamera-Unioncamere, ha invece
spiegato che la certificazione di genere è una grande
opportunità per le imprese. Michele Michelini, direttore
Sviluppo economico della Regione, ha portato il saluto della
presidente Donatella Tesei e ha ricordato che "la Regione Umbria
ha previsto importanti risorse per la parità di genere".
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