Un mandato ad "avviare azioni di
contrasto e protesta" assieme al consiglio di Trieste per
impedire la fusione tra le Camere di commercio del Friuli
Venezia Giulia, è stato approvato nella serata di ieri dal
Consiglio comunale di Gorizia.
"I consiglieri comunali considerano disdicevole e inattuabile
una scelta di carattere politico-economico che soddisfi gli
interessi economici di una sola provincia contro quelli del
resto della regione", si legge nell'atto di indirizzo
sottoscritto in modo urgente e unanime.
Sul piatto c'è il futuro del "Fondo Gorizia". In un ipotetico
ente camerale unico, secondo la maggioranza di centrodestra la
voce dell'Isontino varrebbe tra il 10 e il 15% e la "cassaforte
provinciale" sarebbe così a rischio. In ballo c'è una partita da
48 milioni di euro.
Nella recente fusione alla pari tra le Camere di Commercio di
Gorizia e Trieste il Fondo era stato "blindato" a favore del
solo Isontino. Nella Cciaa unica regionale, Gorizia non avrebbe
più la certezza di poterlo controllare. Ecco allora che nel
corso di una seduta dove anche la maggioranza è risultata spesso
litigiosa, per dare un segnale politico forte, l'Aula ha trovato
compattezza e si è opposta alla fusione sostenuta dal governo
Serracchiani.
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