"I miei timori si sono rivelati
fondati e spiace constatare come la si butti sempre in diatriba
politica, quando a parlare sono proprio i colpevoli di questa
situazione. Per il disimpegno di Cariverona esiste attualmente
una procedura non perfezionata al Ministero Economia e Finanza e
alle Fondazioni e da parte mia sto valutando più iniziative: al
Tar, trattandosi di enti pubblici, al Ministero e non escludo
anche di presentare un esposto, un'azione di responsabilità nei
confronti degli amministratori, anche con il sequestro
conservativo dei loro patrimoni personali". E' quanto dichiara
l'europarlamentare del Gruppo Fdi-Ecr Carlo Ciccioli.
"L'aver suggerito alla Fondazione Cariverona di disimpegnarsi
dal territorio marchigiano con la sponda della Fondazione
Carifac di Fabriano, individuata come soggetto aggregatore delle
Fondazioni bancarie delle Marche, lasciando tra l'altro
perplessa Jesi e anche Loreto, appare - sottolinea - sbagliata
sotto molteplici punti di vista. Le erogazioni nel territorio di
Ancona, che oggi si aggirano intorno ai 4 milioni di euro annui
destinati in larga parte a cultura e sociale, rischiano in breve
tempo di essere ridotti al 10% (400mila euro circa)". Non solo,
"secondo la bozza di accordo con la Fondazione Carifac, infatti,
sarebbe previsto un contributo una tantum di 30 milioni di euro
da parte di Cariverona. Una cifra del tutto insufficiente
rispetto al valore delle quote Unicredit possedute dall'ex Cassa
di Risparmio di Ancona, stimabili in oltre i 150 milioni di
euro. Mentre oggi gli investimenti per cultura e sociale
(giovani, sport, disabilità) derivano quasi esclusivamente dagli
interessi sulle azioni detenute senza intaccare il capitale, con
il passaggio alla Fondazione Carifac si arriverà presto a
erodere il patrimonio stesso, compromettendo la sostenibilità
delle erogazioni nel tempo"0
Secondo l'europarlamentare "a rendere il tutto ancora più
preoccupante, sempre secondo la bozza di accordo, sarebbe il
fatto che ad Ancona, capoluogo di Regione, spetterebbe solo un
rappresentante in seno alla Fondazione Carifac, che cambierebbe
nome aggiungendo il riferimento ad Ancona. Non si tratta di una
battaglia di campanili - tiene a chiarisce Ciccioli -, nulla da
obiettare sul fatto che siano attori marchigiani a gestire il
provocato disimpegno di Cariverona, come qualcuno vorrebbe far
credere, ma di un'operazione finanziaria totalmente errata, che
andava studiata e discussa con trasparenza e non certo di
nascosto, per renderla sostenibile nel tempo e remunerativa per
tutti. A chi attacca il sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, -
manda a dire l'europarlamentare - voglio ricordare che è stata
l'ex sindaco Valeria Mancinelli, del PD, a non nominare un nuovo
rappresentante nel CdA al posto del dimissionario Pacetti per
motivi di salute. Il sindaco di Ancona aveva indicato, lo scorso
anno, l'economista Mario Baldassarri che secondo Verona,
stranamente, non era in possesso dei requisiti idonei".
Di qui lìinvito ad "accendere un riflettore su questa
vicenda: il sindaco Silvetti deve farsi portavoce della tutela
delle esigenze del nostro territorio, affinché non venga
sacrificata una città che negli anni ha beneficiato di
investimenti cruciali per la sua crescita e il suo sviluppo. Io
- aggiunge Ciccioli - sarò al suo fianco e sono già in contatto
con i nostri rappresentanti in Veneto e con il Governo Meloni
affinché si cambi il capitolo finale di questa storia
clandestina che, venuta ora alla luce, può essere gestita
nell'interesse dell'intera provincia di Ancona e non per
favorire gli appetiti e la scalata personale di qualcuno che, al
gioco di squadra, ha preferito 'gestioni' particolari".
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