"La fiducia di soci e consumatori
non va tradita. Se compriamo noccioline non vogliamo finanziare
un genocidio". Lo sostiene Firenze per la Palestina, i cui
rappresentanti in questi giorni, in qualità di soci della
cooperativa, stanno intervenendo nelle assemblee consultive di
Unicoop Firenze in vari comuni della Toscana.
"Vendere un prodotto israeliano a marchio Coop è in aperto
conflitto con il codice etico, che la stessa Unicoop Firenze si
è data, in cui si dichiara di rispettare i diritti dei
lavoratori e i diritti umani e di lottare contro la
discriminazione etnica e religiosa". Nel sottolineare "la
contraddizione di promuovere iniziative come 'Un aiuto per
Gaza', aiuti per altro non ancora pervenuti per il blocco
esercitato proprio da Israele, e una campagna contro le armi e
poi vendere prodotti israeliani è contraddittorio", gli
esponenti di Firenze per la Palestina ricordano che "la Corte di
giustizia internazionale con il parere del 19 luglio 2024 ha
confermato che l'occupazione dei territori palestinesi è
illegale che ci si deve astenere o si devono interrompere
rapporti commerciali con aziende che ne traggano profitto per
non essere complici di un crimine. La Coop vendendo prodotti
israeliani è inadempiente davanti alle norme del diritto
internazionale. Da Coop i soci si aspettano un comportamento
diverso".
Nei mesi scorsi, prosegue la nota, "migliaia di soci hanno
firmato una petizione per chiedere il rispetto del diritto
internazionale e del codice etico e dunque il ritiro dagli
scaffali dei prodotti israeliani ma la direzione ha risposto che
'si preferisce lasciare ai soci e consumatori libertà di scelta'
come fosse una qualsiasi altra grande catena. Una risposta
inaccettabile. Coop si deve assumere la responsabilità dei
prodotti che propone, ancor di più se 'a marchio'", come,
appunto, le arachidi.
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