"È indispensabile e urgente che le
istituzioni europee si impegnino ad intensificare il dialogo con
Washington per giungere ad una soluzione diplomatica e
negoziale, evitando lo scoppio di una guerra commerciale i cui
effetti sarebbero gravi per le nostre economie, ma anche per
quella statunitense".
A dirlo è il presidente di Legacoop, Simone Gamberini,
commentando l'imposizione di dazi sulle produzioni europee
annunciata formalmente ieri dal presidente degli Stati Uniti.
"Le nuove misure tariffarie imposte dall'amministrazione
Trump -sottolinea Gamberini- colpiranno duramente l'economia
europea e, naturalmente, quella italiana. I dazi su prodotti
simbolo del Made in Italy, in particolare quelli delle filiere
del vino, dei formaggi DOP, dell'olio d'oliva, dell'ortofrutta,
rischiano di compromettere la competitività delle nostre
imprese, con gravi ripercussioni su esportazioni, occupazione e
crescita economica. L'Italia è uno dei principali esportatori di
eccellenze agroalimentari negli Stati Uniti e queste tariffe
punitive mettono a rischio un comparto che vale miliardi di euro
e sostiene migliaia di posti di lavoro. Preoccupano fortemente
anche gli effetti negativi, in termini di riduzione degli
ordinativi a partire dai prossimi mesi, che i dazi produrranno
sul settore manifatturiero, dove le nostre cooperative sono
presenti, ad esempio, nella produzione di macchinari per
l'industria e nella ceramica, e per le imprese della
componentistica che già sono alle prese con la crisi
dell'automotive".
"La risposta - conclude il presidente di Legacoop - non può
essere una spirale di ritorsioni commerciali, che aggraverebbe
la situazione e danneggerebbe sia le economie europee che quella
americana. È perciò fondamentale che l'Unione Europea, con il
sostegno del governo italiano, lavori per trovare soluzioni
diplomatiche e negoziali, evitando l'escalation di una guerra
commerciale che penalizzerebbe consumatori e imprese da entrambe
le sponde dell'Atlantico. Il commercio internazionale deve
basarsi su regole eque e sul rispetto reciproco, non su misure
protezionistiche che generano solo incertezza e instabilità".
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