"L'Italia è un Paese in declino
demografico e questo si riflette sul mercato del lavoro ancor
prima che sulla sostenibilità del nostro sistema di protezione
sociale. Oggi mancano lavoratori a tutti i livelli e il governo
non sembra preoccuparsene". Lo afferma l'economista ed ex
presidente dell'Inps Tito Boeri, intervistato dalla Stampa. Per
Boeri bisogna "rivedere i piani sugli asili nido, occuparsi del
disagio giovanile nel passaggio fra scuola a lavoro e governare
anziché subire l'immigrazione. Invece si continua solo a
parlare, e con idee pericolose, di pensioni".
Per le prospettive dell'economia italiana, sottolinea Boeri,
"le maggiori ragioni di preoccupazione vengono
dall'interminabile recessione tedesca. La Francia, seppur in una
situazione di grande instabilità, sta realizzando una manovra
ambiziosa che riduce il disavanzo di 53 miliardi. Noi invece
siamo fermi".
Boeri sottolinea: "In Italia si finisce per parlare solo di
pensioni. E per lo più male. È inevitabile che il sistema
pensionistico si adegui al calo demografico. Se non si vuole
innalzare l'età di pensionamento, si deve intervenire sugli
importi delle pensioni. Sono favorevole a concedere una
flessibilità in uscita a chi va in pensione con il sistema misto
così come avviene a chi ci va con il metodo contributivo.
Chiaramente a condizione di applicare alla quota retributiva
della pensione gli stessi aggiustamenti che valgono per quella
contributiva".
Per sostenere l'occupazione, un aiuto può venire dai
migranti: "Nell'immediato non abbiamo alternative
all'immigrazione per contrastare le conseguenze del calo
demografico", sottolinea Boeri.
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