"Siamo tutti concordi sul principio
che sta alla base del regolamento comunitario Eudr sulla
tracciabilità, ovvero che nessun prodotto venduto nell'Unione
europea deve contribuire alla deforestazione, non possiamo però
che esprimere forte e seria preoccupazione sulla conformità
delle procedure per i prodotti complessi, per la definizione di
degrado forestale, per l'analisi comparativa per Paese, nonché
sulla praticabilità della geolocalizzazione". E' il commento sul
regolamento europeo sulla deforestazione (Eudr) espresso oggi
attraverso una nota da Alessandro Fantoni, capogruppo Legno,
mobile e sedia di Confindustria Udine.
Facendosi portavoce delle istanze del gruppo, da poco
riunitosi in assemblea a palazzo Torriani, Fantoni sottolinea
"l'enorme onere amministrativo e finanziario che l'Eudr imporrà
agli operatori e ai commercianti; onere che peraltro non sarà
limitato soltanto al legno, ma avrà pesanti ricadute anche su
altri prodotti, quali caffè, gomma, cacao, bovini, soia e olio
di palma".
"La nostra associazione - prosegue - si adopererà ora,
tramite Federlegno-Arredo, affinché possa essere rinviata
l'attuazione del regolamento in attesa che tutti gli strumenti
necessari per la sua applicazione siano messi a disposizione
degli operatori, al fine di garantire una sua agevole attuazione
ed evitare perturbazioni del mercato. Molte, troppe domande
rimangono infatti ancora senza risposta, in quanto la
pubblicazione delle Faq è in ritardo e mancano ancora le linee
guida".
Secondo il capogruppo è poi importante che anche gli attori
extra UE siano tenuti a rispettare le stesse norme, al fine di
evitare disparità di trattamento: "Ad esempio - osserva Fantoni
-, la Cina, considerata un rilevante esportatore di prodotti
Eudr, si rifiuta di condividere le informazioni sulla
tracciabilità, in particolare sulla geolocalizzazione dei
prodotti. Una situazione simile si sta verificando pure in
Indonesia".
"È un dato di fatto che il nostro comparto - conclude il
capogruppo - che nel 1/o trimestre in Fvg ha registrato un calo
dell'export del -11% rispetto al primo trimestre 2023, stia
vivendo un periodo di congiuntura complicata e di certo questo
ulteriore aggravio, non solo burocratico, ma anche di risorse
umane dedicate, non aiuterà la ripartenza".
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