(Aggiorna e sostituisce il servizio delle 19.48)
(di Francesca Brunati e Igor Greganti)
Nuova tegola per Daniela Santanchè.
Dopo le accuse di falso in bilancio, ora è indagata anche per
truffa aggravata ai danni dell'Inps, in qualità di
amministratore delegato di Visibilia Editore e di Visibilia
Concessionaria, cariche poi dismesse. E con lei è indagato anche
il suo compagno Dimitri Kunz D'Asburgo e Paolo Giuseppe
Concordia collaboratore esterno delle due società del gruppo,
fondato dalla ministra del Turismo. Santanchè annuncia che
valuterà la situazione dopo l'udienza gup in cui si deciderà se
sarà o meno sottoposta al processo. Una valutazione che farà
"per rispetto del Governo e del mio partito" non escludendo
dunque, nell'ipotesi di un rinvio a giudizio, le sue dimissioni.
La ministra inoltre sta vagliando la possibilità di consegnare
ai magistrati "una memoria difensiva e l'ipotesi di essere
ascoltata" conscia che "per la nostra Costituzione fino
all'esito definitivo dei tre gradi di giudizio nessuno può
essere considerato colpevole".
Già a luglio la ministra si era difesa in Parlamento
respingendo con decisione tutte le accuse. Ora però con la nuova
indagine, che si aggiunge a quella per falso in bilancio vicina
alla chiusura, sono in molti tra i partiti di opposizione a
chiedere con insistenza le sue dimissioni.
Oggi, intanto, la procura di Milano ha notificato
all'esponente di Fratelli d'Italia, ai suoi coindagati e alle
due società, iscritte in base alla legge sulla responsabilità
amministrativa degli enti, l'avviso di conclusione di questo
filone di inchiesta che fa parte di un 'pacchetto' più ampio che
riguarda l'intera galassia societaria legata alla ex
imprenditrice. I pm Marina Gravina, Luigi Luzi e l'aggiunto
Laura Pedio, che hanno delegato gli accertamenti al Nucleo di
Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza e si sono
basati anche sull'esito di una ispezione dell'Istituto di
Previdenza, sono arrivati a concludere che, dal maggio, 2020 al
febbraio 2022, l'allora senatrice di Fdi, in concorso con il
fidanzato e Concordia, avrebbe usufruito indebitamente della
cassa integrazione a zero ore, misura dettata dall'emergenza
Covid. Era stata chiesta per 7 dipendenti su un monte ore pari a
20.117 e per un importo di 126.468 euro. Importo, per l'accusa,
percepito indebitamente in quanto i dipendenti avrebbero
continuato a lavorare.
Il fascicolo per truffa aggravata è nato in seguito alla
denuncia di Federica Bottiglione, ex responsabile Investor
Relations dell'azienda che si è rivolta anche al giudici del
lavoro di Roma. La manager, a suo dire e come si evince dagli
atti giudiziari anche depositati nella causa civile intentata
dai piccoli azionisti che ha portato al commissariamento della
Editore, sarebbe stata "inconsapevolmente (...) messa in una
situazione gravissima" per essersi ritrovata "esposta" a una
serie di irregolarità. A sua insaputa, era stata ottenuta
dall'azienda l'indennità straordinaria, nonostante avesse
continuato a lavorare fino al dicembre 2021. Del beneficio
erogato durante la pandemia, è la sua versione, se ne era
accorta con l'arrivo delle buste paga per il primo semestre
2020.
Come hanno annotato le Fiamme Gialle in una informativa,
dalle conversazioni tra Kunz e Concordia si desume la loro
"consapevolezza" dello schema "illecito" adottato.
Consapevolezza, ora estesa dai pubblici ministeri anche alla
parlamentare, di un meccanismo con al centro "bonifici bancari
(...) aventi causali relative al rimborso di spese mai sostenute
(...), finalizzati a compensare la retribuzione netta mensile
che la società si era impegnata ad erogare, rispetto alla
percezione della cassa integrazione a zero ore".
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