Sono segnali contrastanti ed in
alcuni casi preoccupanti sugli aspetti congiunturali che su
quelli di scenario a breve e medio periodo, quelli che emergono
dalla consueta analisi di fine anno svolta dai vertici di
Confindustria Cosenza alla presenza dei propri associati. E'
quanto si afferma in una nota dell'associazione degli
imprenditori cosentini secondo cui "il difficoltoso percorso di
recupero intrapreso dal territorio provinciale nella fase
immediatamente successiva al rallentamento della pandemia, così
come quello della regione e del Sud in generale, è stato reso
ancora più impervio dalle tensioni geopolitiche, economiche e
commerciali conseguenti al conflitto in Ucraina. Fibrillazioni
che si sono trasferite al sistema produttivo dando vita ad una
serie di effetti che, ancora una volta, hanno evidenziato la
profonda debolezza ed eterogeneità del tessuto produttivo
meridionale con impatti diversificati sulle economie locali,
particolarmente preoccupanti per quelle più fragili".
"Nella prima parte del 2022 - ha detto il presidente degli
industriali Fortunato Amarelli - l'economia cosentina e
calabrese, come attestato dalla Banca d'Italia, ha beneficiato
della fase di ripresa che ha preso avvio nel corso del 2021 dopo
la crisi pandemica. Purtroppo, i negativi riflessi economici del
conflitto russo-ucraino e del conseguente clima di incertezza,
hanno finito con l'imporre una brusca frenata alla crescita. A
causa dell'aumento dei costi di materie prime, energia e gas,
nella seconda parte dell'anno molte aziende hanno subìto una
consistente riduzione dei margini di profitto, facendo
registrare in alcuni casi la sospensione di alcune attività.
Induce a segni di ottimismo ed è da salutare con favore la
proroga al 31 dicembre 2023 del credito d'imposta per
investimenti in macchinari, impianti ed attrezzature destinati a
strutture produttive del Sud, per investimenti in ricerca e
sviluppo e del credito d'imposta per investimenti nelle Zes.
Occorrerà però aspettare la fine del 2023 per avere un netto
miglioramento della congiuntura internazionale che si rifletterà
anche nel Mezzogiorno. Secondo i dati forniti dallo Svimez si
stima un aumento del Pil nel 2024 dell'1,5% a livello nazionale,
con un +1,7% nel Centro-Nord e un +0,9% al Sud ed in Calabria.
Per il settore delle costruzioni, che continua ad essere il
comparto trainante per l'economia regionale, l'andamento è stato
positivo. "I dati Istat riferiti all'edilizia - ha sostenuto il
presidente di Ance Cosenza e Calabria Giovan Battista
Perciaccante - parlano di una crescita degli occupati in
Calabria nel primo semestre 2022 del 10,5%, rispetto allo stesso
periodo dell'anno precedente. Un risultato che segue
l'eccezionale aumento della forza lavoro del 40,3% rilevato nel
2021. Questo dato è principalmente legato agli effetti della
misura del Superbonus 110% che ha contribuito, secondo il
Cresme, per il 22% alla crescita del PIL nazionale. In Calabria
la misura ha riscosso un enorme successo, tanto da collocarla al
10° posto tra le regioni italiane per ammontare degli interventi
ammessi al beneficio fiscale. I dati forniti dall'Enea riferiti
allo scorso 30 novembre 2022, attestano che sono partiti 11.850
interventi per un ammontare di circa 2 miliardi di euro, di cui
oltre 1 miliardo e 433 milioni di euro riguardano lavori portati
a termine (71,2%). Si evidenzia, però, un netto rallentamento
della crescita, con un trend in calo rispetto ai mesi precedenti
dovuto al blocco degli acquisti dei crediti fiscali delle
imprese da parte degli intermediari finanziari".
Tuttavia, i presidenti Fortunato Amarelli e Giovan Battista
Perciaccante hanno mostrato fiducia nel futuro. "Per consolidare
i segnali positivi e superare le principali criticità ancora
presenti - hanno concordato Amarelli e Perciaccante - risulterà
fondamentale fare buon uso di tutte le risorse messe a
disposizione dall'Europa per le politiche di coesione (ciclo
2014-2020, 2021-2027, Fsc) e dal Pnrr che nel 2023 dovrà far
segnare un cambio di passo con la vera attuazione del piano,
tale da consentire la realizzazione di infrastrutture in grado
di modernizzare il territorio, di proteggerlo dai molteplici
rischi e, soprattutto, di valorizzarlo".
Nel corso dell'incontro sono intervenuti anche i past presidenti
di Confindustria Natale Mazzuca, Renato Pastore e Raffaele De
Rango. Consegnato nell'occasione al direttore Rosario Branda il
"Premio Fedeltà al Lavoro e allo sviluppo economico" per i 36
anni di impegno nel sistema confederale.
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