(di Marzia Apice) ANTONELLA BOLELLI FERRERA, BAD GIRLS.
DA VITTIME A CARNEFICI (La Lepre edizioni, pp.112, 12 euro.
Introduzione di Dacia Maraini).
C'è Sara, abusata dal padre quando era bambina, che rifiuta il
suo corpo e diventa "la cicciona" arrivando perfino a uccidere
la madre, colpevole di aver permesso che accadesse l'orrore. C'è
Maria che, nel degrado di una famiglia di spacciatori, solo
quando viene rinchiusa in carcere riesce a diventare Mario e ad
accettare la propria sessualità, ma riesce a tollera l'abbandono
della donna che ama e la accoltella. E poi c'è Mara, rapita
mentre aspettava la corriera per andare al lavoro e stuprata dal
"branco" senza pietà, nel corpo e nell'anima, in un casolare di
campagna che dopo anni uccide uno dei suoi aguzzini. Non si può
restare indifferenti leggendo le storie agghiaccianti che
compongono "Bad Girls", libro di Antonella Bolelli Ferrera edito
da La Lepre e disponibile dal 20 aprile, in cui la giornalista
raccoglie la testimonianza di donne che da vittime diventano
spietate carnefici. Tra le pagine di questo racconto corale, in
cui le protagoniste parlano in prima persona, non c'è alcuna
intenzione di giustificare i crimini che per vendetta queste
donne hanno compiuto, ma solo la ferma volontà di provare a
comprendere il groviglio di ignoranza, disagio sociale, povertà
economica e culturale, violenza e perversione di cui le
terribili storie narrate sono figlie. I comportamenti
distruttivi di queste vittime-carnefici, che vogliono farsi
"giustizia" da sole sperando in una possibile rinascita o in una
sorta di "risarcimento", sono la diretta conseguenza di vite
segnate purtroppo irrimediabilmente: ognuna di loro è portatrice
di una ferita profonda, di una brutalità che le ha massacrate,
di un bagaglio insostenibile di paura e vergogna, in un contesto
di abusi fisici e psicologici che non cancella certo le
responsabilità ma che va necessariamente considerato. "Leggendo
rivediamo, come in un film che ci scorre davanti agli occhi,
quelle vite che sarebbe difficile persino inventare tanto sono
crudeli e angosciose", scrive nell'introduzione di Dacia
Maraini, sottolineando "quanto poco conosciamo di chi viene
chiuso in galera". Ferrera, che per oltre 10 anni ha lavorato a
Radio3 e dal 2010 ha dato vita al Premio Goliarda Sapienza
rivolto alle persone ristrette (e di cui Bad Girls è un progetto
speciale), sceglie un linguaggio semplice, diretto, senza
retorica né concessioni alla drammaticità: è sufficiente il
racconto dei fatti per far capire la profonda, insanabile
tragedia di queste storie. Eppure, nonostante tanto buio e tanta
devastazione, c'è ancora la possibilità di scorgere una piccola
fiammella di speranza: ne è prova Patrizia Durantini,
"ventiquattro anni vissuti pericolosamente", una di queste donne
giustiziere e vulnerabili finite in carcere per espiare le
proprie colpe, che ha deciso di provare a rinascere attraverso
la scrittura, partecipando ai progetti letterari del Premio
Goliarda Sapienza. "La parola scritta è venuta in soccorso -
scrive Ferrera - facendo superare la paura e la vergogna di
ripercorrere le violenze subite prima di diventare cattive
ragazze".
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