L'anno prossimo a giugno Pierluigi Diaco festeggerà i 30 anni in radio. E' il mezzo sul quale ha esordito a 15 anni e "che è la mia vita, la mia fonte d'ispirazione". Finora in tanti anni "non mi era mai capitato di andare in onda il giorno di Natale. Così ho proposto al direttore di Radio2 Paola Marchesini di fare il 25 dicembre uno speciale di Ti sento, dalle 16 alle 19.30" spiega all'ANSA.
Saranno tre ore e mezza "di filo diretto con gli ascoltatori.
Se c'è una cosa che ho notato in quest'anno e mezzo di pandemia è la necessità assoluta che hanno le persone di essere ascoltate, di condividere la precarietà emotiva, sentimentale, professionale, che provano. Saremo lì per loro". Il programma crossmediale, nato a gennaio per la seconda serata di Rai2 (con una seconda stagione conclusa a novembre) firmato da Diaco con i coautori Filippo Mauceri e Maurizio Gianotti , è costruito su interviste in una dimensione avvolgente, seguendo la traccia di suoni, canzoni, suggestioni, immagini, colori. Tra i protagonisti delle due edizioni televisive Roberto Mancini, Claudia Gerini, Rita Rusic, Lorella Cuccarini, Claudia Koll, Rocco Siffredi, Milena Vukotic, Lino Banfi. A giugno Diaco, ha deciso di portare Ti sento anche in radio, dove dà spazio alle storie e i racconti degli ascoltatori. "Andremo avanti fino a giugno in radio, e poi vorrei riprenderlo. E' il programma che mi assomiglia di più, mi auguro possa durare nel tempo, metterò tutto il mio impegno e la mia passione perché questo accada".
Il ritorno in tv per la terza stagione, è fissato per il 19 aprile, in seconda serata, probabilmente in onda dopo La caserma: "Il nuovo direttore di Rai2 Massimo Lavatore mi ha dato una suggestione che ho colto al volo, dedicare questo ciclo alle icone della generazione Z. Ci sono ventenni che fanno opinione ma che raramente si vedono intervistati. L'idea è di otto puntate con otto di loro che abbiano voglia di raccontarsi". A Diaco piacerebbe intervistare, fra gli altri, Franco 126, Elodie, Benedetta Porcaroli, il tennista Jannik Sinner, il calciatore Nicolò Zaniolo. "Non c'è ancora nulla di deciso, ci dobbiamo lavorare - sottolinea -. Mi piacerebbe avere dei nomi che non fanno della loro vita privata una narrazione continua".
Da questo programma "sto imparando a lavorare di sottrazione, trovo che la migliore forma di racconto si ottenga quando il conduttore c'è poco e le domande sono a servizio dell'ospite".
Una dimensione che si amplifica in radio, "alla quale devo tutto quello che ho fatto - racconta -. Mio padre , che ho perso quando avevo cinque anni, aveva fondato negli anni '70 con i suoi fratelli una piccola radio libera a Roma. Io sin dai 12 anni, andavo in cantina, davanti al suo microfono Neumann, tra i suoi dischi, e mi allenavo, sognando di fare quel lavoro. Poi a 15 anni ho iniziato a farlo davvero. Insieme a tre miei compagni di scuola, Carlo, Alberto e Martino, che sono ancora i miei migliori amici. Abbiamo convinto l'allora direttore di Italia Radio, Romeo Ripanti, a darci uno spazio il sabato pomeriggio".
Per il piccolo schermo, Diaco pensa inoltre a un nuovo programma per la fascia pomeridiana: "Con i coautori l'abbiamo già depositato, lo proporrò al direttore del day time".
Vorrebbe intitolarlo "Signora mia, l'età lo consente, è dedicato a quelli che sono i 'nuovi giovani' , anche sulla tv generalista, i settantenni e gli ottantenni. Pensiamo a Loretta Goggi, Orietta Berti, Iva Zanicchi, Memo Remigi... E' una generazione che si consente delle cose per altri impensabili, intendo nella vita di tutti i giorni. Reinventano la loro geografia emotiva, ballano, cantano, fanno pilates... Sono pazzeschi e li vorrei raccontare come sono . Ne vorrei avere 100 in studio, ispirandomi alla formula di Non è la Rai. L'idea è fare una tv ludica ma elegante". Diaco continua anche il lavoro come coautore del Maurizio Costanzo Show, che tornerà per la nuova stagione al Parioli: "Tra noi c'è un grande rapporto d'amicizia. Maurizio è un uomo molto complesso e generoso, la sua forza è la sua infinita curiosità. Non ha nostalgie, ha sempre le antenne molto collegate con la realtà".
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