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Prima italiana di Deux mille vingt trois di Maguy Marin

Prima italiana di Deux mille vingt trois di Maguy Marin

A Reggio Emilia il 18 e 19 novembre per Reggio Parma Festival

BOLOGNA, 16 novembre 2023, 14:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sguardo ironico e potente, figura profondamente impegnata, che ama infrangere codici, interrogare il pubblico, aguzzare l'ingegno: la settanduenne coreografa e ballerina francese Maguy Marin porta al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia il 18 novembre alle 20.30 e il 19 alle 16, la prima rappresentazione italiana di Deux mille vingt trois, uno degli appuntamenti più attesi del Reggio Parma Festival, che all'icona della danza contemporanea dedica un intero progetto dal titolo "La passione dei possibili".
    Per questa sua ultima creazione, fresca di debutto mondiale a Lione, Maguy Marin scandaglia, come di consueto, i difetti dell'animo umano. Tesse un arazzo di frammenti, ritmi, timbri, flussi, suoni, azioni e gesti basati su una serie di scritti filosofici che denunciano i meccanismi di sottomissione. L'idea è quella di comporre, scomporre e ricomporre azioni e situazioni, immagini ed emozioni per creare echi, frammenti di significato che si scontrano per formare un singolare caleidoscopio.
    Deux mille vingt trois prende spunto dagli scritti di Annie Lebrun e Juri Armanda, quelli di Roland Gori, i documentari di Adam Curtis (HyperNormalisation e The century of self) e ancora La fabrique du consentement di Jimmy Leipold che ripercorre l'approccio di Edward Barnays, inventore delle pubbliche relazioni e grande manipolatore di opinioni, come rivelato nel suo libro, Propaganda. Se il soggetto è piuttosto drammatico, il suo trattamento drammaturgico è quello dell'umorismo ispirato a Brecht e al grande attore comico Karl Valentin. "La nostra storia è piena di suoni e immagini - spiega la coreografa - che hanno travolto altri. Questo è ciò che sta alla base del nostro lavoro, nel nostro pan, il recupero di qualcosa. I morti, tutti quelli che sono morti da secoli, sono lì sotto i nostri piedi.
    Corpi reali in via di trasformazione in polvere che hanno lasciato il segno. Vediamo e aumentiamo le piccole luci che brillano nell'oscurità. La gioia penetra il dolore. L'umorismo ci salva. La gioia non ha ragioni. Va messa prima di tutto".
   
   

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