Dopo il successo dello scorso maggio in Sala Bibiena, il gala di danza 'Les Étoiles' prodotto da Daniele Cipriani torna a Bologna per inaugurare la stagione di balletto 2023.
Si tratta di un'edizione ripensata e, come di consueto ricca di stelle della danza: Bakhtiyar Adamzhan, Silvia Azzoni, Maia Makhateli, Sergio Bernal, Valentine Colasante, Alessandro Frola, Paul Marque, Tiler Peck, Tatiana Melnik, Roman Mejia e Alexandre Riabko.
Undici étoiles di fama mondiale
provenienti dai principali teatri e compagnie di danza mondiali
come l'Hamburg Ballet John Neumeier, l'Het Nationale Ballet di
Amsterdam), l'Opéra National de Paris e il New York City Ballet.
Lo spettacolo verrà presentato al Comunale Nouveau, nuova
sede della fondazione lirico-sinfonica felsinea in Piazza della
Costituzione, l'1 e il 2 aprile alle 20.30 e alle 16, con le
musiche dal vivo eseguite dall'Orchestra del Teatro Comunale
diretta da Paolo Paroni. Nel corso delle due rappresentazioni
verranno proposti brani dal repertorio tradizionale, come i
passi a due di Marius Petipa (quello del "Cigno Nero" dal Lago
dei Cigni di Ciajkovskij e quello dal Don Chisciotte di Minkus),
o di Agrippina Vaganova (Diana e Atteone su musica di Riccardo
Drigo), o il lirico passo a due del "Cigno Bianco" sempre dal
Lago dei Cigni per la coreografia di Rudolf Nureyev. Ma si
spazia anche dal repertorio "neoclassico" di Geroge Balanchine
(Diamonds e Ciajkovsky Pas de Deux di The George Balanchine
Trust), a quello di una leggenda vivente come John Neumeier
(Sylvia su musica di Delibes e Bernstein Dances su quella,
appunto, di Bernstein), fino a lavori di un coreografo molto
richiesto come Wheeldon (This Bitter Earth sul remix di Otis e
Richter e la voce di Dinah Washington). E ancora a brani di
danza classica spagnola, coreografati e danzati dal più celebre
bailaor dei nostri giorni, Sergio Bernal (Orgía di Turina e il
Boléro di Ravel). Caratteristica di questa nuova edizione di
"Les Étoiles" è che danzerà anche l'alta moda, grazie ai costumi
di stilisti come Giorgio Armani, di Roberto Capucci e di
Valentino Garavani.
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