Venti anni di jazz dando una vita
nuova e piena di emozioni musicali a un bene confiscato a Roma
alla criminalità organizzata. E' la Casa del Jazz, pepita
architettonica degli Anni Trenta immersa in un bellissimo parco
a pochi metri dalle Mura Aureliane, che festeggia questo
compleanno particolare tra bilanci e sguardo al futuro. L'
apertura dei festeggiamenti è in programma domani 25 aprile con
la maratona Solo piano V Cdj 20, che per tutto il giorno vedrà
alternarsi sul palco di Villa Osio quattro pianisti tra i più
autorevoli della scena in un filo che lega figure storiche del
jazz tricolore del calibro di Enrico Pieranunzi e Rita
Marcotulli ai nomi emergenti come Vittorio esposito ed Enrico
Zanisi. ''La Casa del Jazz ha sempre avuto chiaro l'obiettivo
di narrare attraverso la sua attività la Storia del Jazz
italiano attraverso i suoi protagonisti e a celebrare,
idealmente e materialmente, il passaggio di testimone tra essi
ed i nuovi talenti'' dice all'ANSA il direttore artistico
Luciano Linzi. Il programma del ventennale avrà un altro
appuntamento da non mancare il 6 e 7 giugno con la reunion -
solo per questa occasione - della formazione 'Shades of Chet'
con Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli
e Roberto Gatto in due concerti che inaugureranno Summertime, il
festival estivo della Casa del Jazz. ''Qui - osserva Linzi -
vogliamo continuare a rappresentare la vitalità di questa
musica anche attraverso le sue contaminazioni, offrire
opportunità di conoscenza e di crescita per i giovanissimi, e
radicare sempre più la rilevanza a livello internazionale di un
festival come Summertime,ormai riconosciuto nel mondo tra i più
importanti in assoluto del nostro Paese''.
Villa Osio, appartenuta negli anni '70 e '80 ad Enrico
Nicoletti, cassiere della Banda della Magliana, venne confiscata
nel 2001 dello Stato dopo un lungo iter giudiziario e assegnata
al Comune di Roma in base alla legge Pio La Torre per
restituirla alla collettività. L'idea di farne un centro
dedicato al jazz nasce grazie alla collaborazione con il Comune
di Roma guidata allora da Walter Veltroni. La Casa del Jazz fu
inaugurata il 21 aprile 2005, per renderla ''un polo culturale
per la musica jazz in Italia e un simbolo concreto di
legalità''. ''La Casa del Jazz - ha detto Franco La Torre, il
figlio del parlamentare ucciso dalla mafia nel 1982 - è un
grande regalo alla città di Roma a conferma dell' efficacia
dello strumento della prevenzione, del sequestro e della
confisca dei beni ai mafiosi che consente in tutta italia di
restituire alle comunità patrimoni straordinari e di immenso
valore dedicati ai servizi sociali, all' assistenza e a tutto
cio che la cultura della mafia nega ogni giorno''. La Casa del
Jazz, ha ricordato, ''ne è testimone perchè ospita all'
imngresso l' unico memoriale dedicato a tutte le vittime
innocenti di mafia, con un lista lunga e dolorosa di nomi e
cognomi. Se l' obiettivo della mafia è l' accumulazione illecita
è lì che dobbiamo colpire, ricordava Pio La Torre. Togliere alla
mafia e restituire alla collevità, come dimostra oggi la Casa
del Jazz''
In questi vent'anni la struttura, gestita dal 2018 dalla
Fondazione Musica per Roma, ha messo in risalto la ricca scena
jazz italiana, anche attraverso molte produzioni originali e ha
ospitato alcuni dei più grandi artisti del panorama
internazionale. Tra le novità negli anni c'è la nascita della
Jazz Campus Orchestra diretta da Massimo Nunzi, un progetto in
residenza per sviluppare nei bambini e nei ragazzi dai 7 ai 14
anni l'interesse verso il jazz. Oggi la struttura continua a
essere un laboratorio creativo aperto, come centro di produzione
e con l' attività degli studi di registrazione dell' etichetta
Parco della Musica Records che pubblica ogni anno decine di
titoli. ''La musica si intreccia con l'impegno sociale e la
memoria collettiva - dicono i promotori - E' un luogo in cui il
jazz non è solo suono, ma anche testimonianza di libertà,
cultura e rinnovamento''.
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