Paillettes, piume, zatteroni,
trucco, un recupero della leggerezza nelle canzoni dopo
l'impegno degli anni Sessanta. All'alba degli anni Settanta
appare un nuovo genere nel variegato mondo del rock: è il glam
rock, abbreviazione di "glamour", strettamente intrecciato alla
moda tanto da diventare anche un fenomeno di costume. Il
capostipite è Marc Bolan, leader dei T-Rex, ma tra gli esempi
più popolari ci sono David Bowie e i Roxy Music. E a 50 anni
dalla nascita lo stile decadente e alcune canzoni sono
sopravvissute al tempo.
Il fenomeno annovera anche altri artisti come Mott the Hoople,
Faces, Slade, Gary Glitter, Suzie Quatro. E nei primi anni della
loro carriera anche Elton John, Rod Stewart e Freddie Mercury
adottano stili glam. Così come influenze si intravedono nel
celebre musical The Rocky Horror Picture Show. Il fenomeno,
inoltre, molto più marcato in Gran Bretagna, suggestiona pure
alcuni musicisti americani come Alice Cooper, i New York Dolls,
Lou Reed e Iggy Pop, dal look più estremo che anticipa il punk.
E in Italia Renato Zero.
Il 'glam rock' declina a metà degli anni Settanta e molti dei
suoi massimi esponenti a partire da Bowie cambiano stile (Bolan
morì nel '77 in un incidente stradale), ma getta il seme per
altri generi come il 'new romantic' e il 'synthpop' dei primi
anni Ottanta, in particolare Duran Duran, Abc, Ultravox e Japan.
Cosa rimane del 'glam' nella musica oggi? "La fissazione con
la fama come soluzione o via d'uscita, l'idea di decadenza", ha
spiegato a Billboard Simon Reynolds, critico musicale e autore
del libro 'Polvere di stelle. Il Glam Rock dalle origini ai
giorni nostri', che individua in Marilyn Manson, Lady Gaga e
Kanye West gli epigoni attuali del 'glam'.
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