Paolo Petroni
Gianni Rodari è morto 40 anni fa
giusto oggi (14 aprile 1980) e lo si ricorda aspettando anche le
celebrazioni per i 100 anni dalla sua nascita (23 ottobre 1920)
e anniversario non poteva cadere meglio per tutti quei genitori
reclusi ora in casa con i figli, specie i meno grandi, che
magari non sono abituati a gestire, tantomeno in maniera così
totalizzante. Ci sono i suoi deliziosi libri per bambini, dal
mitico ''Cipollino'' a quelle ''Favole al telefono'' che appunto
un nonno o un parente rimasto lontano può appunto proporre per
cellulare a un nipotino, ma c'è soprattutto la sua ''Grammatica
della fantasia'', meravigliosa introduzione all'arte di
raccontare, miniera di spunti per sollecitare la fantasia di
grandi e piccini.
Ecco, sin di primi capitoli, un primo gioco facile, quello
del ''Che cosa accadrebbe se...'', che consiste nel proporre
un'ipotesi fantasiosa e curiosa dalla quale ognuno faccia
nascere un suo racconto agli altri, genitori e fratelli, magari
illustrandolo poi con disegni, potendo andare dal grande esempio
kafkiano su Cosa accadrebbe su uno si svegliasse mutato in uno
scarafaggio? a Cosa accadrebbe se la vostra città si mettesse a
volare o Cosa se il vostro ascensore schizzasse fino alla Luna e
così via fantasticando. E non c'è solo l'idea del gioco, ma,
come in un piccolo manuale, anche come hanno reagito i bambini
cui è stato sottoposto e come sono stati sollecitati per per
spingerli a liberare la loro immaginazione.
Lo stesso Rodari spiegava che queste pagine non sono una
sorta di ''Artusi delle favole'', ma una guida e un aiuto ''a
chi crede nella necessità che l'immaginazione abbia il suo posto
nell'educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a
chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola''. Ed
in queste frasi c'è il senso di tutto il lavoro e la vita di
quest'uomo.
Nato ad Omegna, sul lago d'Orta, rimase orfano di padre a 9
anni, fece studi magistrali e si diplomò maestro nel 1937,
insegnando poi in diverse situazioni e scuole elementari sino
alla fine della guerra, quando, dopo essere stato partigiano, si
impegnò nel giornalismo per ragazzi e poi divenne inviato
speciale di 'Paese Sera', pian piano dedicandosi alla scrittura
delle sue opere, vincendo giusto 50 anni fa il prestigioso
premio internazionale H.C. Andersen nel 1970, e impegnandosi con
passione in un lavoro di didattica con bambini e insegnanti.
Morì per problemi di cuore alla viglia dei suoi 60 anni.
I suoi racconti fantasiosi e fantastici, sorprendenti e
ironici per lui divertivano educando, perché apparentemente
quelle sue storie potevano sembrare lontane dalla realtà e
invece parlavano proprio di quella alla loro maniera, insegnando
a guardarla, capirla, interpretarla per quel che è veramente.
Basta aprire a caso le sue ''Filastrocche in cielo e in terra''
o il suo ''Libro degli errori'', per non parlare dell'apologo
''C'era due volte il barone Lamberto'' per rendersene conto e
capire che rime, ritmi, paradossi, assurdità, manipolazioni
delle parole, funambolismi espressivi, strambi personaggi e così
via, sono lo strumento per conquistare il lettore e dargli la
chiave per arrivare a qualche verità. Credendo in questo in anni
non facili ''ha sempre dovuto battersi come un contadino'', come
scrive Ernesto Ferrero, che lo conobbe lavorando alla Einaudi,
dove era anche Italo Calvino, che ha scritto: ''poche esistenze
furono illuminate da un umore più gaio e generoso e luminoso e
costante della sua''.
Rodari, e se ne è avuto davvero coscienza solo da dopo la
sua morte, è stato uno dei grandi rivoluzionari intellettuali
degli anni '70 che hanno gettato i semi per cambiare la
didattica, per coinvolgere i bambini, quindi per costruire via
via un mondo di persone migliori, più aperte, più libere, che
era il suo credo e il suo impegno di uomo che aveva fatto la
Resistenza e credeva nella democrazia e nella giustizia sociale,
come sottolinea uno studioso della letteratura infantile come
Antonio Faeti, ricordando che ''Rodari non è facile anche se lo
sembra e su di lui c'è sempre da scavare''. Come un piccolo
classico quindi, in cui scaverà con sensibilità, cultura e
rigore una studiosa come Daniela Marcheschi, che sta curando il
volume dei Meridiani, 1800 pagine con tutto Rodari, in uscita a
settembre.
Oggi, nella sua cittadina natale, esiste il Parco della
Fantasia Gianni Rodari: ''Un incrocio tra storie, immagini,
giochi; uno spazio per creare, divertirsi e reinventarsi'', con
una Ludoteca, un centro congressi e polo museale con itinerari
didattico-interattivi e i Giardini della Torta in Cielo da
girare con un trenino che dal centro città porta nei boschi sino
a un belvedere sul lago.
Per chi volesse saperne di più è nato il sito
100giannirodari.com con bio-bibliografia, notizie, curiosità,
iniziative che certo, ora col Coronavirus, saranno tutte da
rivedere, ma da qui al 23 ottobre, come si dice, ''finirà tutto
bene''.
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