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Orme dell'alpinismo sul Gran Sasso, storia del gigante del Sud

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Orme dell'alpinismo sul Gran Sasso, storia del gigante del Sud

Il libro di Stefano Ardito sul simbolo del cuore d'Abruzzo

ROMA, 09 maggio 2025, 16:13

Redazione ANSA

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Stefano Ardito Gran Sasso, il gigante del Sud (Solferino, pp. 352, 20,60 Euro).
    L'alpinismo è nato anche sul Gran Sasso. Nel 1573 il capitano bolognese Francesco De Marchi, un costruttore di fortezze, raggiunse i 2912 metri del Corno Grande, la vetta più elevata del massiccio, con due amici e a tre cacciatori di camosci.
    Per arrivare lassù, superò "certe vene di sassi, cosa horrenda d'andarvi..." .
    Nei quattro secoli e mezzo che separano Francesco De Marchi dai nostri giorni, l'alpinismo e l'escursionismo sul Gran Sasso hanno fatto molta strada. Tutte le vette e le pareti del massiccio sono state salite.
    Alle imprese in verticale degli Aquilotti di Pietracamela (nati nel 1923) sono seguite quelle dei "sestogradisti" del dopoguerra, e poi dei campioni abruzzesi, marchigiani e romani di oggi. Sono stati realizzati impianti di risalita, sentieri segnati e rifugi.
    Il confronto tra l'uomo e la roccia, la neve e il ghiaccio dell'inverno, è il fil rouge utilizzato da Stefano Ardito per condurre il lettore alla scoperta degli angoli più belli e selvaggi del Gran Sasso.
    La montagna però, ricorda l'autore, scrittore giornalista e filmmaker romano ma con il cuore in Abruzzo, non è stata segnata soltanto dall'alpinismo.
    Nel nuovo lavoro di Ardito, dopo i "ritratti" dell'Everest e del K2, vengono raccontate le sofferenze degli alpini abruzzesi nelle due guerre, della Resistenza e delle stragi naziste intorno all'Aquila, della breve prigionia di Mussolini a Campo Imperatore.
    Delle epoche più vicine a noi, si parla dell'apertura del Traforo autostradale nell'84, e della nascita dei Laboratori del Gran Sasso, che diventano un'eccellenza nazionale, attirando fisici da tutto il mondo.
    C'è la passione di Papa Giovanni Paolo II per il Gran Sasso e l'Abruzzo.
    Si legge anche del boom e del declino della transumanza, che nel Quattrocento aveva attratto verso Campo Imperatore industriali della lana come i Medici di Firenze. Non possono mancare il terremoto dell'Aquila del 2009 e quelli dei Sibillini e di Amatrice del 2016, che devastano anche i borghi del grande massiccio abruzzese. Ci sono la valanga e la strage di Rigopiano, 29 morti, una tragedia evitabile, e che commuove l'Italia e il mondo.
   

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