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Gratton, riformare la Costituzione ma non con il premierato

Gratton, riformare la Costituzione ma non con il premierato

Il giornalista affronta il tema in ottica storico-costituzionale

TRIESTE, 13 marzo 2025, 16:58

Redazione ANSA

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PERCHÉ NO. CONTRASTARE IL PREMIERATO, RIFORMARE LA COSTITUZIONE' DI PIER PAOLO GRATTON (Editrice Fare, pag. 45, €10,00) La 'madre di tutte le riforme' - ovvero il Premierato - dovrebbe realizzarsi attraverso la modifica di quattro articoli della Costituzione, per la precisione gli art.59, 88, 92 e 94. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha più volte ribadito che intende 'andare avanti' con la proposta che, per la verità, ha subito negli ultimi mesi non pochi ritocchi. Tempi parlamentari permettendo, quindi, il 2026 o il 2027 dovrebbero vedere la riforma approdare nelle aule parlamentari per l'approvazione. Poi saranno gli elettori ad esprimersi con l'inevitabile referendum confermativo. Il giornalista Pier Paolo Gratton, nel libro 'Perché no. Contrastare il premierato, riformare la Costituzione', affronta il tema da un punto di vista storico-costituzionale.
    La sua ipotesi è che ''la riforma proposta dal governo di centrodestra rischia di essere l'ennesimo sfregio ad una Carta che tutela e rappresenta tutti i cittadini italiani" e in alternativa propone una ''nuova Costituente in grado di affrontare i delicati temi della legge fondamentale italiana finalmente in modo organico e radicale se necessario".
    Il libro - sorta di instant book - racchiude 13 articoli pubblicati tra 2023 e 2025 dal quotidiano friulano Messaggero Veneto con i quali Gratton analizza la genesi del progetto Meloni, critica le 'pasticciate' riforme precedenti (D'Alema, Berlusconi, Renzi), sottolinea l'incongruità della modifica del ruolo del Presidente della Repubblica e propone un 'ripensamento complessivo' a tutte le forze politiche 'poiché la Costituzione è di tutti i cittadini e tutela e organizza la vita di tutto il popolo italiano prevedendo una divisione dei poteri che non può essere stravolta modificando i quattro articoli considerati'.
    L'autore ricorda che il lavoro della Costituente - al quale parteciparono costituzionalisti e politici di tutti gli schieramenti - durò un anno e mezzo, con aspri contrasti tra opzioni diverse. Oggi non è auspicabile modificare quella Carta solo con alcuni passaggi parlamentari ma serve una nuova Costituente se si vuole una modifica profonda. La Carta "dopo ottant'anni di onorato servizio nessuno dubita che possa e anzi debba essere modificata". In 'Perché no' Gratton quindi contrasta la proposta del governo Meloni, e indica alcune soluzioni che potrebbero essere adottate subito senza stravolgere la Carta, per dare maggiore stabilità ai governi e ridare centralità al Parlamento, oggi ridotto, a detta di molti suoi componenti, a un 'mero votificio di decisioni prese altrove'. Non serve il premierato per dare stabilità ai governi, come ribadisce il centrodestra: è sempre il voto popolare a stabilire le maggioranze. "E il voto del 2022 ha dato ampia maggioranza al centro destra". Ma "non ne approfitti in modo errato stravolgendo una Costituzione che da più parti, nel tempo, è stata definita come la più bella del mondo".
   

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