PERCHÉ NO. CONTRASTARE IL
PREMIERATO, RIFORMARE LA COSTITUZIONE' DI PIER PAOLO GRATTON
(Editrice Fare, pag. 45, €10,00) La 'madre di tutte le riforme'
- ovvero il Premierato - dovrebbe realizzarsi attraverso la
modifica di quattro articoli della Costituzione, per la
precisione gli art.59, 88, 92 e 94. La presidente del Consiglio,
Giorgia Meloni, ha più volte ribadito che intende 'andare
avanti' con la proposta che, per la verità, ha subito negli
ultimi mesi non pochi ritocchi. Tempi parlamentari permettendo,
quindi, il 2026 o il 2027 dovrebbero vedere la riforma approdare
nelle aule parlamentari per l'approvazione. Poi saranno gli
elettori ad esprimersi con l'inevitabile referendum
confermativo. Il giornalista Pier Paolo Gratton, nel libro
'Perché no. Contrastare il premierato, riformare la
Costituzione', affronta il tema da un punto di vista
storico-costituzionale.
La sua ipotesi è che ''la riforma proposta dal governo di
centrodestra rischia di essere l'ennesimo sfregio ad una Carta
che tutela e rappresenta tutti i cittadini italiani" e in
alternativa propone una ''nuova Costituente in grado di
affrontare i delicati temi della legge fondamentale italiana
finalmente in modo organico e radicale se necessario".
Il libro - sorta di instant book - racchiude 13 articoli
pubblicati tra 2023 e 2025 dal quotidiano friulano Messaggero
Veneto con i quali Gratton analizza la genesi del progetto
Meloni, critica le 'pasticciate' riforme precedenti (D'Alema,
Berlusconi, Renzi), sottolinea l'incongruità della modifica del
ruolo del Presidente della Repubblica e propone un 'ripensamento
complessivo' a tutte le forze politiche 'poiché la Costituzione
è di tutti i cittadini e tutela e organizza la vita di tutto il
popolo italiano prevedendo una divisione dei poteri che non può
essere stravolta modificando i quattro articoli considerati'.
L'autore ricorda che il lavoro della Costituente - al quale
parteciparono costituzionalisti e politici di tutti gli
schieramenti - durò un anno e mezzo, con aspri contrasti tra
opzioni diverse. Oggi non è auspicabile modificare quella Carta
solo con alcuni passaggi parlamentari ma serve una nuova
Costituente se si vuole una modifica profonda. La Carta "dopo
ottant'anni di onorato servizio nessuno dubita che possa e anzi
debba essere modificata". In 'Perché no' Gratton quindi
contrasta la proposta del governo Meloni, e indica alcune
soluzioni che potrebbero essere adottate subito senza
stravolgere la Carta, per dare maggiore stabilità ai governi e
ridare centralità al Parlamento, oggi ridotto, a detta di molti
suoi componenti, a un 'mero votificio di decisioni prese
altrove'. Non serve il premierato per dare stabilità ai governi,
come ribadisce il centrodestra: è sempre il voto popolare a
stabilire le maggioranze. "E il voto del 2022 ha dato ampia
maggioranza al centro destra". Ma "non ne approfitti in modo
errato stravolgendo una Costituzione che da più parti, nel
tempo, è stata definita come la più bella del mondo".
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