''Avevo appena visto Mo Salah segnare contro l'Aston Villa, sorseggiando mezza birra, quando ho cominciato ad avere le vertigini.
Mi sono chinato in avanti e mi sono messo la testa tra le gambe. Mi sono svegliato pochi minuti dopo in una pozza di sangue, il collo in una posizione grottescamente contorta, mia moglie in ginocchio accanto a me. Sembrava un modo miserabile e ignobile di morire''. A raccontare il suo dolore è Hanif Kureishi, lo scrittore e drammaturgo anglo-pakistano che è stato ricoverato a Roma, in terapia intensiva, al Policlinico Gemelli subito dopo aver avuto un malore il 31 dicembre.
L'autore del 'Il Budda delle periferie', 68 anni, vive a Londra, e si era sentito male poco dopo essere sbarcato nella capitale, dove era arrivato per trascorrere le feste. Ora racconta su twitter la sua drammatica esperienza attraverso il profilo del figlio maggiore. ''Dal pavimento mia moglie ha sentito le mie grida frenetiche. Mi ha salvato la vita - racconta ancora Kureishi - e mi ha tenuto calmo. Per alcuni giorni sono stata profondamente traumatizzato, alterato e irriconoscibile a me stesso. Sono in ospedale. Non riesco a muovere le braccia e le gambe. Non posso grattarmi il naso, fare una telefonata o nutrirmi. Come puoi immaginare, questo è umiliante, degradante e un peso per gli altri'', racconta ancora lo scrittore.
''Ho subito un'operazione alla colonna vertebrale e negli ultimi giorni ho mostrato piccoli miglioramenti. Ho sensibilità e un po' di movimento in tutti gli arti, e inizierò la fisioterapia e la riabilitazione il prima possibile''. Quindi, racconta ancora Kureishi al momento le sue condizioni sono drammatiche. ''Non è chiaro se potrò mai più camminare o se potrò mai per tenere in mano una penna, se c'è un'assistenza di cui sarei grato, sarebbe per quanto riguarda l'hardware e il software con assistenza vocale, che mi permetteranno di guardare, scrivere - e ricominciare a lavorare, e continuare una specie di mezza vita'', si appella quindi ai suoi lettori. '
"Se hai qualche idea su come potresti aiutare, per favore commenta qui sotto e mio figlio si metterà in contatto. Voglio ringraziare tutti i miei lettori per il loro amore e supporto nel corso degli anni''. E ringrazia anche i medici e gli infermieri del Policlinico Gemelli di Roma ''per tutta la loro straordinaria gentilezza, competenza e attenzione''. Però si chiede: ''Ogni sera, prima di salire le scale, accendo la lavastoviglie, apro la finestra e raggiungo mia moglie, mi chiedo quante più opportunità ci saranno per queste felicità domestiche''.
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