Deportata a Birkenau quando aveva 19
anni, fra gli ultimi sopravvissuti ai campi di concentramento
dove è stata da aprile del 1944 a giugno 1945, Ginette Kolinka,
matricola 78599 come mostra sul braccio tatuato, dice a 95 anni
che "l'odio è all'origine di tutti gli orrori".
"Hitler odiava gli ebrei e voleva sterminare tutti quelli che
c'erano in Europa. Questo odio è all'origine di tutto e ai
ragazzi che incontro nelle scuole chiedo di rendersene conto. Di
capire che quando dicono - come si fa spesso, con leggerezza,
quando si è molto giovani - 'a me stanno sulle scatole gli ebrei
o i neri, oppure i musulmani' si ha già un piede dentro
Auschwitz", spiega all'ANSA la Kolinka in questi giorni in
Italia dalla Francia dove vive con 'Ritorno a Birkenau' scritto
con la giornalista Marion Ruggieri.
Nel libro, pubblicato da Ponte alle Grazie, Ginette, che è una
donna luminosa, sorridente e di grande energia, si racconta,
dopo 50 anni di silenzio su quello che ha vissuto. A farle
riaprire quello che considerava un libro chiuso è stato Steven
Spielberg che, dopo il film Schindler's List, ha creato una
fondazione e mandato dei giovani cineasti in giro per il mondo a
raccogliere la testimonianza dei deportati. "Quando mi hanno
contattata ho rifiutato il colloquio perchè per me la
deportazione era una pagina chiusa. Non ricordavo e non avevo
voglia di ricordare. Ma hanno talmente insistito che a un certo
punto mi hanno convinta. I colloqui mi hanno fatto scoprire un
sacco di cose. Ma quando parlo ai giovani cerco anche di
divertirli" racconta Ginette.
"Certo, nessuno è perfetto, gli esseri umani non sono fatti
soltanto di bontà, ma spero che le manifestazioni di odio siano
sempre meno. Che si riescano a tenere sotto controllo in modo da
non creare una seconda Auschwitz. Per il momento non vedo questo
rischio, però i pregiudizi sono duri a morire. Ebrei e musulmani
dovrebbero darsi la mano. Ciascun popolo è stato vittima di
altri. Faremmo bene a non detestarci più" è l'invito della
Kolinka.
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