(di Gina Di Meo)
Da semplice scandalo ad
un'ipotesi di reato. La crisi chiamata Armie Hammer si complica
ulteriormente dopo che la polizia di Los Angeles ha deciso di
vederci chiaro sulle accuse di abusi da parte di diverse donne e
ha deciso di indagare l'attore di 'Chiamami col tuo nome' per
stupro. La notizia, prima riportata da diversi media americani e
poi confermata dalla stessa polizia di LA, ha coinciso anche con
l'uscita pubblica da parte di una delle presunte vittime la
quale in una conferenza stampa via Zoom ha dettagliato le
violenze subite nel corso di una relazione ad intermittenza
durata quattro anni, dal 2016 al 2020. La donna, 24 anni,
identificata come Effie, ha detto di aver temuto per la sua vita
ed in particolare ha fatto riferimento ad un episodio avvenuto
nell'aprile del 2017 quando Hammer l'avrebbe violentata per
quattro ore a Los Angeles. "Sbatte' continuamente la mia testa
contro un muro - ha detto in lacrime - procurandomi dei lividi
al viso. Commise anche altri atti di violenza contro di me ai
quali io non avevo acconsentito". La donna ha detto anche che
l'attore le colpì i piedi con un frustino in modo che provasse
dolore ad ogni passo. Non la lasciava inoltre andare via. "Ho
pensato che volesse uccidermi" - continua.
Effie è anche la stessa persona che lo scorso gennaio su
Instagram aveva rivelato una serie di messaggi shock in cui
Hammer parlava di sesso e cannibalismo.
Da parte sua l'attore, 34 anni, ha negato e per bocca del suo
legale ha detto che si tratta di accuse vergognose. "Il giorno
18 luglio 2020 - si legge in una dichiarazione del legale
inviata a USA Today - (Effie) inviò messaggi espliciti al signor
Hammer dicendogli cosa lei voleva che lui le facesse. Mr Hammer
rispose dicendo chiaramente che non era sua intenzione mantenere
quel tipo di relazione con lei". La dichiarazione è corredata da
uno screenshot del messaggio mandato da Effie ad Hammer. A sua
volta l'avvocato della donna ha esortato l'attore ha mandare
tutti gli scambi durante la loro conversazione e non solo una
parte.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA