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Aaron Sorkin, film su Trump? Sarebbe troppo inverosimile

Cinema

Aaron Sorkin, film su Trump? Sarebbe troppo inverosimile

'Dopo 'Il processo ai Chicago 7' dirige Kidman e Bardem

ROMA, 14 marzo 2021, 15:55

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Sull'assalto al Campidoglio del 6 gennaio "e sugli ultimi cinque anni negli Stati Uniti, a Hollywood si scriverà molto, ma secondo me si preferirà lasciare Trump soprattutto fuori scena, perché è un personaggio inverosimile. E' molto difficile scriverne, verrebbe fuori come la sua parodia a Saturday Night Live. In un film ci possono essere buoni e cattivi, ma un personaggio per essere interessante deve confrontarsi con la propria coscienza. Con lui è impossibile, a lui non interessa". Ne è convinto Aaron Sorkin, classe 1961, commediografo, sceneggiatore, showrunner e regista con una carriera ricca di successi e premi fra teatro, cinema e tv. Il suo ultimo film Il processo ai Chicago 7, su uno degli episodi centrali delle proteste giovanili di fine anni '60 in America sta conquistando nomination e riconoscimenti e ci si aspetta sia fra i protagonisti anche agli Oscar le cui nomination saranno annunciate domani 15 marzo.
Sorkin è alla vigilia delle riprese del suo terzo film dietro la macchina da presa, Being the Ricardos, con Nicole Kidman e Javier Bardem nei panni dei miti della commedia Lucille Ball e il marito Desi Arnaz: "Dovrei iniziare tra circa tre settimane e come in tutti i miei altri film sono entrato nel progetto non pensando che ne sarei stato anche il regista". Il suo interesse per il processo ai Chicago 7, era nato nel 2006, quando Steven Spielberg che avrebbe dovuto dirigere il film, gli aveva chiesto di scrivere la sceneggiatura: "gli dissi certo, bellissima idea, ma come sono uscito da casa sua, ho chiamato mio padre per spiegarmi di cosa si parlasse, non ne sapevo nulla". Da lì ha iniziato a studiare, "ho letto tutto il possibile, comprese 20 mila pagine di verbali del processo. Poi mi ha molto aiutato Tom Hayden (uno dei leader della protesta, diventato poi politico, morto nel 2016; a interpretarlo nel film è Eddie Redmayne) che mi ha permesso di acquisire qualcosa che non avrei potuto avere, una prospettiva più personale, parlandomi di aspetti come la tensione fra lui e Abbie Hoffman (un altro dei simboli della protesta, interpretato da Sacha Baron Cohen)". Fin dall'inizio "non ho mai voluto fosse un film sul '68 ma sull'oggi, solo non avrei mai immaginato fino a che punto lo sarebbe diventato, dopo omicidi come quelli da parte della polizia di Breonna Taylor, George Floyd o la reazione delle Forze dell'Ordine avallata da Trump, alle proteste del Black Lives Matter nelle strade".
Grazie al cast straordinario (che comprende, fra gli altri, anche Joseph Gordon-Levitt, Michael Keaton, Frank Langella, John Carroll Lynch, Mark Rylance, Jeremy Strong, Alex Sharp) "sapevo di avere a disposizione le chiavi di una Formula 1, il mio solo compito era cercare di non farla schiantare contro un muro".
Nuovi capitoli in un percorso costruito su testi teatrali, film e serie legati all'analisi e la critica della società e del potere nelle forme più diverse, dalla politica ai media, con titoli come Codice d'onore, The West wing The Social Network (per la sceneggiatura ha vinto l'Oscar), The newsroom, Charlie's Wilson War o Steve Jobs. Piuttosto che scrivere di supereroi "a me piace scrivere di eroi senza mantello perché noi non possiamo fermare proiettili con il petto o volare ma possiamo alzarci e realizzare delle aspirazioni umane. Vengo sempre accusato di avere una poco salutare mancanza di cinismo ma io credo che sia possibile anche avere servitori pubblici con degli ideali" spiega nell'incontro online moderato dall'amico Rob Lowe, organizzato dall'American Cinemateque.
Al momento dello scoppio della pandemia, Sorkin aveva in scena a Broadway un suo adattamento de Il buio oltre la siepe: "Pensare a una riapertura ora dei teatri a New York è molto complicato perché tutta la città è molto legata al turismo e ci vorrà ancora un po' prima che i turisti tornino, però si sta cercando una soluzione". Allo stesso modo, in questi mesi la fruizione dei film è cambiata "ci siamo abituati a vederli di più su uno schermo piccolo, ma io sono ottimista, penso che la gente tornerà, appena possibile, nei cinema, per tornare a vivere l'esperienza della visione collettiva, a me è mancata molto".

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