L'idea è terapeutica e chissà che non divenga una prassi medica così come i 30 minuti di camminata al giorno che ormai si prescrivono nella ricetta al posto dei farmaci: una pillola di Fellini al giorno per stare meglio.
La Mostra del cinema di Venezia (28 agosto - 8 settembre) gioca d'anticipo: il 20 gennaio 2020 saranno 100 anni dalla nascita del maestro.
Il festival lo celebra e con questo celebra lo stesso cinema, perché i film di Fellini sono sogno e magia su pellicola.
S'intitola Federico Fellini in frames il progetto speciale che l'Istituto Luce Cinecittà porta a Venezia, pillole da quell'immenso tesoro che è il suo Archivio Storico. Quest'anno l'omaggio tocca al regista di Rimini e piace pensare che a lui una biografia in pillole sarebbe piaciuta: cronache cinematografiche, prime di gala, premiazioni, backstage, lui al lavoro, sul set e lui al doppiaggio. Gli spezzoni si vedranno in sala prima dei film della selezione ufficiale, ma Fellini è anche altrove: c'è il restauro dello Sceicco Bianco (1952) curato dalla Fondazione Cineteca di Bologna nell'ambito del progetto Fellini 100 con Rti-Mediaset e Infinity, il suo primo film in assoluto, con Antonioni coautore del soggetto e Flaiano della sceneggiatura, musiche di Nino Rota e un fantastico Alberto Sordi protagonista (a proposito, nel 2020 sono 100 anni anche dalla sua nascita). E nel documentario in concorso a Venezia Classici 'Fellini fine mai' con cui Eugenio Cappuccio omaggia in modo non convenzionale il maestro dei maestri con i materiali di archivio delle Teche Rai.
Fellini a Venezia presentò il secondo film I Vitelloni nel '53, premiato con il Leone d'argento così come l'anno successivo fu per La Strada. L'accoglienza tiepida nel '55 per Il Bidone lo convinse a non presentare più al Lido i suoi film (e ad andare a Cannes: La Dolce Vita vinse la Palma d'oro) fino a Fellini Satyricon nel '69 e poi a La Nave Va.
In Federico Fellini in frames, nei 18 pezzi d'archivio, si ritrovano le cronache della Mostra per I Vitelloni e La Strada, poi i ciak in Via Veneto a Roma per le Notti di Cabiria con Giulietta Masina e Amedeo Nazzari (1956). Poi la Dolce Vita dal set alla Fontana di Trevi con Anitona Ekberg (1960), all'anteprima al cinema Fiamma, agli applausi di Cannes. Ci sono l'America con l'Oscar a 8 1/2 nel '64 e Cinecittà con le prove con Giulietta Masina e Sandra Milo per Giulietta degli Spiriti, le prove tecniche sul set della Città delle Donne (1980), il doppiaggio con Oreste Lionello e Gigi Proietti per Casanova (1977). C'è la chicca dell'annuncio del film mai realizzato, Duet Love (1969) con Fellini e Ingmar Bergman. In ordine cronologico chiude Venezia: l'arrivo in motoscafo nel 1983 per E la nave Va
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